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Norwegian Wood ovvero delle ancestrali pulsioni fra Eros e Thanatos

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Il lieto fine sta nel fatto che non tutti i personaggi muoiono e infatti Norwegian wood non è certo un romanzo di evasione, tutt’altro. Anche se sembra che per tutte le 360 e passa pagine non accada nulla, in realtà succedono cose straordinarie, si tratta di un intreccio evolutivo di situazioni in trasformazione e spesso degeneranti. Il big bang è costituito da un flashback che apre il romanzo e trascina il lettore fino all’ultima parola. Il contesto principale è la fase finale della realtà adolescenziale del protagonista (?) alle prese fra studi universitari e relazioni erotico sentimentali con un universo femminile sorprendente e tragico. Ma perché scrivo protagonista con il punto interrogativo? Forse che l’io narrante   Tōru Watanabe debba per forza essere “il” protagonista? In realtà la vera protagonista è lei, Naoko, dea triste e sconvolta, vittima di una sorta di divino straniamento che trascina se stessa e in parte Watanabe in una dimensione di irrealtà psichica e fisica

Il Meraviglioso viaggio di Nils Holgersson

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Selma Lagerlöf nasce in Svezia nel 1840 nel Värmland , da maestra elementare diventerà la prima donna vincitrice di Premio Nobel per la letteratura nel 1909 e la prima donna a essere nominata fra gli Accademici di Svezia nel 1914 . L’autrice ricevette l’incarico dal ministero dell’educazione svedese di scrivere un libro per ragazzi che avesse uno scopo educativo   e così nacque in lei l’idea   del Meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, pubblicato fra il 1906 e il 1907. Nils è un ragazzino un po’ monello che non ama studiare e che a causa di uno scherzo ad un folletto si ritrova trasformato in un piccoletto, una specie di homunculus piccolo piccolo, condannato a restare quasi invisibile agli umani per chissà quanto, forse per sempre. Disperato, il piccolo Nils non sa più cosa fare, ma viene in qualche modo salvato da un gruppo di oche selvatiche in transito sulla Scania verso la rotta migratoria primaverile. Nils, in groppa al suo papero domestico di nome Mårten, si lascerà t

E se si abolissero gli stage ?

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Leggevo tempo addietro sulla Stampa che l’Università Avogadro di Novara detiene una lista di 260 posizioni per stagisti in aziende novaresi e che quest’anno tutte le scuole superiori, compresi i licei, hanno introdotto stage curricolare per tutti gli allievi a causa dell’obbligatorietà di questa pratica introdotta di recente nell'ordinamento scolastico. La Camera di Commercio di Novara proponeva inoltre una lista di aziende che desiderano acquisire stagisti. Bene. Interrogo quindi  Gi-Group, una delle più rinominate agenzie per il lavoro e filtro il database on line alla ricerca di sbocchi maggiormente riferibili ai laureati in economia, vale a dire posti di lavoro veri di contabilità, finanza, consulenza, risorse umane, legale, sulla piazza di Novara, ottenendo in risposta zero posizioni aperte… dicasi zero ! Deduzione: ma non è che la pratica dello stage sta uccidendo il mercato del lavoro per i giovani? Questo sulla base di alcune semplici considerazioni suffragate a

Incontro ravvicinato con Magdi Cristiano Allam

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Voce di un ex-Islam moderato? Pasdaran all'incontrario? il giornalista egiziano ieri al Broletto di Novara ha detto la sua su Ius soli, Maometto e terrorismo. Invitato a Novara dall' Associazione Novara Città Futura, Magdi Cristiano Allam ha presentato ieri al Broletto di Novara, di fronte a un centinaio di persone, il suo nuovo libro  Maometto e il suo Allah . L’intervento del giornalista e scrittore cairota ha toccato i temi dello Ius soli, la figura di Maometto, il terrorismo. Ecco, senza pretesa di essere esauriente, alcuni dei concetti importanti proposti alla riflessione nel corso dell’intervento. - Si esprime contrarietà sia allo Ius soli sia allo ius sanguinis nella attuale formulazione della legge esistente. La scelta della cittadinanza deve essere univoca, non associabile a doppia cittadinanza. E’ una scelta di adesione culturale che non dovrebbe essere valutata solo in termini quantitativi (es: numero di anni trascorsi nel Paese), ma qualitativi: la c

"Still My Heart Beats", parte il tour da Novara

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Il cuore di Josephine Baker continua a pulsare nel concept show di Maria Olivero, cantante e autrice novarese in scena ieri 14 novembre al teatro Faraggiana di Novara. Idea geniale quella di associare la rilettura della vita della showgirl naturalizzata francese, nata nell'America segregazionista da una famiglia meticcia che le aveva regalato una pelle di un inconfondibile colore cioccolato. Le ballate della originalissima Olivero sono collocate sapientemente nei momenti salienti dello spettacolo. Lo stile è un rock tranquillo che induce alla riflessione, i testi in inglese , con la cantante che alterna tastiera a chitarra acustica, lo strumento forse a lei più congeniale. Arrangiamenti sobri e puliti, fra tutti eccelle l'arpa di Vincenzo Zitello. Lo show è partito ieri da Novara che ospitò la Baker ben due volte nello stesso teatro Faraggiana recentemente riaperto dopo 30 anni di lavori di ristruttutarazione: la prima fu negli anni Trenta, la seconda nel 1969. Davvero sugges

La mia ultima notte a Sharm

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Eh... diciamolo, l'hai comprato un po' per gioco, più che altro per curiosità, se conosci l'autrice devi... ma dai che non è il tuo genere, e che genere è poi? romanzo rosa? non ne hai mai letto uno, non sei una donna... Certo che no, ma, forse solo le donne leggono i rosa?... No, certo che no, forse anche gli uomini...  Ok, l'ho letto e non è proprio un rosa, forse un rosa shocking, e se fosse un vino un bel rosato con le bollicine, sicuramente, e adesso taci! E nel liquidare definitivamente l'invadente Super Ego, alla fine questo "La mia ultima notte a Sharm" mi è piaciuto! Non scambiatelo per una pubblicità della nota località balneare, per quanto non lo vedrei male come dono da parte di qualche resort all'inizio di una vacanza, da destinarsi però a uomini e donne rigorosamente single e soprattutto senza distinzione di età, ovviamente; trattasi di racconto anti-romanzo, easy reading, sorprendente, scritto veloce; ma quanto veloce? ultra veloce,

Penetrato nelle segrete stanze

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Novara, ottobre 2017. Varcata la soglia dell’antico maniero, restaurato, rimaneggiato, trasformato, mi ritrovo come all’interno di un quadro di De Chirico: un grande cortile deserto, in lontananza costruzioni squadrate, ombre, vetrate e aperture dall’aspetto ammiccante e misterioso. Improvvisamente un’addetta dello staff si materializza comparendo da dietro un totem pubblicitario della mostra come in attesa del primo fra i Tartari in arrivo. Ma ci sono solo io. Poiché riesco facilmente ad assumere un aspetto evanescente lei non mi considera e preferisce prestare attenzione alla coppia che mi segue poco dietro di me terribilmente necessitante di una toilet. La coppia ubbidisce alle sommarie indicazioni dell’addetta e imbocca una scala che gli viene indicata che conduce nel sottosuolo del cortile: decido di seguirli perché l’idea non è da disprezzare, purtroppo la rampa di scale conduce a due porte chiuse. Decido di tornare sui miei passi abbandonando la coppia al loro

Italia, le mie critiche velate

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Quando si parla di Italia e di italiani è arduo sottrarsi al luogo comune, nel bene e nel male: sembra che l’argomento non sia affrontabile privi di quella carica emotiva che accompagna qualsiasi considerazione sull’argomento, luoghi comuni che in questo scritto, promesso lo scorso agosto all’amico Giampiero, mi guarderò bene dal riproporre. La promessa era di rappresentare alcune critiche all’Italia, obiettivo sproporzionatamente ambizioso, me ne rendo conto, pari soltanto alla modalità così soavemente e spudoratamente semplicistica dell’enunciato. A complicare la cosa si aggiunge la regola di ingaggio per la quale le critiche sarebbero dovute apparire “velate”, come a dire, vedo e non vedo, critiche sì, ma non ferocemente rappresentate; cose, per dirla in gergo letterario, più simili ad un ossimoro: può infatti un italiano che critica il proprio paese d’origine riuscire a formalizzare critiche prive di quella tanto pittoresca e mediterranea sguaiatezza? Come si vede la diffi

L'ultima dei Neanderthal

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L'indagine del Dna ha reso possibile accertare recentemente che nella specie Sapiens coesistono geni riscontrabili nella specie Neanderthal estinta. Questo dato sorprendente ha indotto numerosi archeologi ad approfondire lo studio e la ricerca di prove incontrovertibili che Sapiens e Neanderthal siano effettivamente entrati in contatto. Ma cosa accomuna una archeologa moderna con una neanderthaliana vissuta duecentomila anni prima? Il racconto parallelo di Claire Cameron riesce a restituirci una riflessione universale sull'esistenza, le sue sfide, i pericoli, la vita, le relazioni, la vita e la morte. Due donne, separate dallo scorrere di secoli e millenni sono unite da un qualcosa di tremendamente ancestrale, su cui il nostro intelletto di donne e uomini contaminati dalla conoscenza e dalla tecnologia, con innegabile difficoltà porrebbe al centro di un intreccio romanzato, cosa che alla Cameron è riuscita perfettamente. Qui si tratta infatti, soprattutto, dell' esper

Restyling a NCIS, la squadra di Gibbs rivoltata come un calzino

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Grandi cambiamenti a Ncis, il serial drama americano giunto ormai alla 14° stagione.  Che tutte le cose debbano avere una fine è risaputo e poteva anche essere il caso di una conclusione in gloria, nel senso dello share, sempre ai massimi livelli negli States. Questa volta c’era da gestire la dipartita di Michael Weatherly alias Antony Di Nozzo detto Tony, passato alla serie Bull. Per i fan di Ncis un duro colpo capitato quando ancora non era stata del tutto accettata la fuoriuscita di Cote De Pablo alias Ziva David, sostanzialmente a causa di un ridimensionamento del suo personaggio mal digerito dalla protagonista. Va detto che la sostituzione della fascinosa cilena con Emily Wickersham nei panni dell’agente speciale Eleanor "Ellie" Bishop è stata oggetto di critiche feroci da parte dei fan dell'ex agente del Mossad: la nuova agente ha faticato infatti non poco ad ingranare e il confronto con Ziva sembrava impietoso, ma qui evidentemente anche gli autori ci mettono

L'importanza di chiamarsi Matteo

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Come nella commedia di Oscar Wilde qui va in scena l'apparenza... inoltre il non più giovanissimo Matteo ha dalla sua quella di essere italiano, il che aiuta. Infatti un italiano può permettersi di essere impreciso, vago, incoerente... Se al posto di Matteo ci fosse Angela, beh, con Angela le cose cambiano, lei non può permettersi la vaghezza, né tanto meno di smentire il proprio ministro degli esteri, oppure, se lo facesse, il giorno dopo qu el ministro degli esteri sarebbe dimissionario. Ci si aspetta infatti che Angela sia sempre precisa e coerente, tale è la sua condanna. Invece Matteo può smentire Gentiloni il quale, rappresentando l'Italia, aveva votato per l'astensione sulla famosa mozione Unesco, laddove si nominano in arabo e solo in arabo i luoghi della tradizione ebraica di Gerusalemme. Nomen omen, è il caso di dire. Ma Matteo è incurante del ridicolo internazionale che provoca la sua sciocca presa di posizione, che toglie ancora una volta credibilità e presti

Brexit, quale lezione appresa ovvero il fallimento della democrazia diretta

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Per dirla all’inglese, qual è la lezione appresa - the lesson learnt - dal referendum sulla Brexit? Alcune considerazioni e interrogativi, imprevedibili alla vigilia, si stanno imponendo con forza. Vediamoli brevemente.   1.   La democrazia diretta funziona meglio di quella rappresentativa? A giudicare dal pasticciaccio che il risultato ha evidenziato, sembra proprio di no. La Scozia e Londra per il Remain, l’Ulster spaccato in due, e il resto pro Brexit evidenziano un paese letteralmente frantumato. Inoltre la spaccatura non è soltanto geografica, ma generazionale. I giovani per il Remain e i vecchi per la Brexit. Forse il Parlamento britannico avrebbe potuto risolvere il problema diversamente tenendo conto della situazione del paese e proponendo una via d’uscita praticabile. 2.        È quindi da rivalutare positivamente il divieto previsto dalla nostra carta costituzionale di non sottoporre a referendum materie regolate da trattati internazionali. In questi casi l’esito del refe

Affaire Guidi, come è cambiata l'etica politico-professionale nell'Italia del terzo millennio

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  Un funzionario savoiardo della novella Italia unita non avrebbe mai confidato alla moglie affari di Stato e al tempo stesso non ne avrebbe fatto menzione con amici e conoscenti; il funzionario dello Stato unitario non aveva amici e conoscenti poiché il ruolo pubblico che esercitava, unitamente all'etica professionale, gli avrebbero impedito di coltivare una vita sociale comparabile con quella dei comuni mortali. Da parte su a lo Stato era ben consapevole di questa necessità di riservatezza e spesso assegnava al funzionario, seguito da moglie e figli, sempre nuove destinazioni, al fine di agevolare il funzionario dello Stato a non radicarsi sul territorio onde evitare la nascita di amicizie e condizionamenti di comportamento, interessi e decisioni che sarebbero potuti derivare. Il funzionario savoiardo della novella Italia unita non avrebbe poi confidato nessun affare di Stato alla propria moglie anche per un'altra ragione: era convinzione del funzionario che le donne fo

"Missione al Nord" di Nelson DeMille

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Non è tanto frequente incappare in un buon romanzo così sfacciatamente anticomunista. In quest'opera DeMille dà esageratamente il meglio di sé nel descrivere le nefandezze che gli americani hanno compiuto durante la sporca guerra in Vietnam assieme a quelle dei vietcong contro gli americani. Chiaramente le prime erano inevitabili, mentre le seconde esecrabili. Detto questo, stabilito il corretto punto di vista da mantenere per tutta la durata del libro, la storia è decisamente avvincente. Punto di forza sono sicuramente i dialoghi farciti di ironia e sarcasmo a piene mani come solo DeMille sa fare. Paul Brenner, veterano della guerra in Vietnam, investigatore criminale dell'esercito, viene richiamato dalla pensione dal suo ex capo per affidargli una missione particolare, quella di individuare dopo trent'anni un testimone oculare di un delitto commesso da un marine contro un altro soldato americano in Vietnam durante la guerra. Brenner ci mette un soffio per capire ch

Je suis pas CHARLIE

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Sul web in questi giorni è un gran fiorire di Aveva-Ragione-La-Fallaci… Ebbene sì aveva ragione lei, ma bisognava riconoscerlo l’11 settembre 2001, non oggi; oggi è troppo tardi. Sarebbe forse cambiato l’approccio nei confronti dell’Islam, con una diversa interpretazione dell’occidente (s)cristianizzato di due concetti molto political-correct come “integrazione” e ”dialogo”. Infatti, siamo proprio sicuri che la cosiddetta “integrazione” sia auspicabile? Non sono forse personaggi integrati nel ricco occidente gli autori dell’attentato alle torri gemelle? Quelli degli attentati all’underground londinese, i tagliatori di teste dell’Isis e questi ultimi stragisti a Charlie Hebdo? Forse che l’integrazione quando funziona "bene" in realtà crea semplice “assimilazione” contribuendo a sconvolgere la psicolabilità delle seconde generazioni viste come straniere in patria sia in occidente sia nei paesi di origine o provenienza?  Facile che la ricerca di identità cultura

"L'ultimo castello", di Jack Vance, metafora moderna sull'immobilismo autodistruttivo

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La Terra è stata devastata da un'immane guerra, i terrestri sono migrati su altri mondi, ma alcuni sono ritornati   rifugiandosi in castelli super accessoriati, Costituiscono una casta di privilegiati, vivono ricordando gli antichi fasti, dandosi alle lettere e alle arti, alla contemplazione, in compagnia di creature eteree, le Phane,  ma basando la propia sussistenza materiale sul lavoro di una specie aliena ridotta in schiavitù,  i Mek, I Mek provvedono al funzionamento dei castelli, forniscono energia, garantiscono la manutenzione degli impianti e mantengono efficienti le armi di difesa. Ma un bel giorno i Mek si ribellano, abbandonano un castello dopo l'altro, dichiarano guerra agli umani e agli abitanti dei castelli facendo strage degli abitanti; tutti i castelli a poco a poco vengono conquistati, tutti  tranne uno, l'ultimo castello di Hagedorn, appunto. Ma gli abitanti di Hagedorn, imperturbabili, continuano a comportarsi come niente fosse, pensano che i M

Noi che abbiamo votato Renzi alle primarie senza la tessera del Pd

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Ebbene, noi che abbiamo votato Renzi alle prime primarie senza essere iscritti al Pd e alle seconde primarie non ci siamo andati giacché il risultato era scontato, possiamo legittimamente e nel pieno delle nostre facoltà, avanzare alcune perplessità su un aspetto che concerne il dibattito su art. 18 e approvazione di Jobs Act.

"La Porta di Mandelbaum" di Muriel Spark

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Se riuscite a superare i due terzi del romanzo probabilmente vi piacerà... Ed è quel che è successo a me. Incuriosito dal contesto storico, proiettato in una Gerusalemme divisa fra Israele e Giordania - siamo nel 1961 ai tempi del processo Eichmann - per una buona parte del libro il lettore ben disposto è portato a fare concessioni sull'intreccio relazionale decisamente poco appassionante dei vari protagonisti, ovviamente tipicamente britannici, ma questo è del tutto inevitabile. C'è il funzionario d'ambasciata in vena di dedicare madrigali di ringraziamento alle sue numerose ammiratrici; una turista inglese mezzo sangue, ebrea e inglese convertita al cattolicesmo; il fidanzato archeologo alle prese con scavi sul Mar Morto e una fondamentale causa di annullamento matrimoniale alla Sacra Rota..., e che dire delle lady impegnate a trapiantare improbabile flora inglese fra le dune del deserto? Fortunatamente spuntano affaristi arabo palestinesi, un pel

Lettere di miscredenti crescono

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Il dialogo fra fede e ragione trova una nuova modalità di espressione: scrivere al papa. Ultimamente si assiste infatti a rinnovati scambi di missive fra pensatori atei e papi nel pieno esercizio delle funzioni papali ovvero emeriti. Oggi è il caso del matematico Odifreddi che, quasi in contemporanea con il carteggio Scalfari Vs papa Francesco, ha avviato una dotta corrispondenza con papa emerito Benedetto XVI. Come interpretare il fenomeno? Perché atei dichiarati sentono il bisogno di interpellare le più alte cariche del cattolicesimo per porre domande ultime? Nessuno mostra segni di cedimento o dubbi nelle proprie convinzioni, per lo meno nessuno li dichiara, anzi entrambi ribadiscono le rispettive atee certezze, tuttavia gli stessi insigni pensatori, nel dichiarato e lodevole intento di ricerca della Verità, si rivolgono proprio ai massimi custodi della Verità rivelata. Se non ora, sembrerebbe essere il senso, quando? http://www.repubblica.it/cultura/2013/09/24/news/ratzinger_caro_

Formazione piemontese, check list delle peggiori pratiche per rallentare l'inesorabile declino

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Lo scorso giugno inaugurammo questo blog con un articolo dedicato al fallimento di due importanti enti di formazione professionale piemontesi. In quell’articolo si sosteneva che il fallimento fosse ineluttabile a causa delle regole farraginose del sistema che finanzia la formazione e che presto altri enti avrebbero sofferto degli stessi problemi in modo acuto e strutturale. Dopo qualche mese la situazione contingente degli enti formativi piemontesi si è effettivamente aggravata, eppure ancora queste istituzioni di piemontesi testardi come solo i piemontesi sanno esserlo in certe circostanze, non hanno compreso che ormai è tempo di reagire. Come? In Piemonte ci sono troppi enti di formazione, un mercato  che si riduce sempre più, anche a causa della crisi economica generale, con regole di funzionamento che producono più danno che vantaggio. Per fare solo un esempio non si comprende come questi enti non chiedano a gran voce il ritiro delle deleghe regionali dalle province in materia