E se si abolissero gli stage ?






Leggevo tempo addietro sulla Stampa che l’Università Avogadro di Novara detiene una lista di 260 posizioni per stagisti in aziende novaresi e che quest’anno tutte le scuole superiori, compresi i licei, hanno introdotto stage curricolare per tutti gli allievi a causa dell’obbligatorietà di questa pratica introdotta di recente nell'ordinamento scolastico. La Camera di Commercio di Novara proponeva inoltre una lista di aziende che desiderano acquisire stagisti. Bene. Interrogo quindi  Gi-Group, una delle più rinominate agenzie per il lavoro e filtro il database on line alla ricerca di sbocchi maggiormente riferibili ai laureati in economia, vale a dire posti di lavoro veri di contabilità, finanza, consulenza, risorse umane, legale, sulla piazza di Novara, ottenendo in risposta zero posizioni aperte… dicasi zero !
Deduzione: ma non è che la pratica dello stage sta uccidendo il mercato del lavoro per i giovani? Questo sulla base di alcune semplici considerazioni suffragate anche con il confronto internazionale  grazie alle osservazioni che la mia attività precedente in giro per l’Europa mi ha permesso di raccogliere. Poiché in Italia il panorama delle medie e grandi aziende è esiguo, a differenza di paesi come Germania, UK, Francia, Olanda, ecc.,  la gran parte degli stage si concentra su piccole e piccolissime aziende. In questi contesti  il personale già scarso non ha tempo di impostare un serio programma educativo per gli stagisti, si limita a trasferire lavoro di tipo esecutivo e ripetitivo; qualora avesse necessità di completare l’organico, la continua presenza di stagisti da un lato assicura un ricambio a costi zero, dall'altro assorbe tutte le energie che potrebbero investire nella formazione di personale fisso.  Ma è nelle grandi aziende che esistono più risorse investibili nella formazione degli studenti. Inoltre, molte grandi aziende europee sono davvero interessate a stringere rapporti con la scuola per poter contare su risorse formate, affidabili e ben preparate.  Nelle aziende tedesche addirittura esistono "Meister" formati dal ministero dell’educazione proprio per garantire un efficace approccio educativo nell’ambito della formazione duale tedesca (che ovviamente nulla ha a che vedere con la scimmiottatura  italiana). Il Meister è un dipendente dell’azienda a tutti gli effetti ed è ufficialmente abilitato a seguire lo stagista in quanto dispone di titolo adeguato fornito dal ministero dell'educazione.  Non tutte le aziende hanno uno o più Meister, le aziende tedesche che ne sono prive non possono accogliere studenti in formazione duale.
In Italia ovviamente la situazione è diversa. Nessuno si preoccupa se le aziende hanno capacità educativa o meno. In Italia il problema  viene scaricato totalmente sulla scuola, meglio su alcuni insegnanti, i quali non possono fare altro che cercare in tutti i modi di collocare i loro allievi contando sulla disponibilità, conoscenze, buona volontà, ecc… tutte cose molto belle, ma che non possono essere considerate le uniche componenti di sistema.
Ne consegue una ricerca di posizioni di stage poco attenta alle effettive opportunità educative. Inoltre, poiché tutti gli studenti devono essere collocati , molto spesso, più che la didattica, fa premio la necessità di parcheggiare studenti per un certo lasso di tempo, indipendentemente dalle caratteristiche aziendali.

Che l’offerta di stage sia spropositata emerge anche dalla pletora di proposte finanziate con denaro pubblico: dalla famigerata Garanzia Giovani che eroga dalle 300 euro alle 600 euro alle aziende per ospitare tirocinanti part time o full time; ma queste quote misere di pseudo salario sono ovviamente interpretate dalle aziende nostrane come limite massimo erogabile, il che non è vero. Inoltre, come sempre, gli stage vengono proposti da Università, istituti tecnici e professionali e dalle onnipresenti agenzie formative, le quali, si aggiungono al mare magnum di organismi che propongono stage. Forse una limitazione sarebbe opportuna, considerato appunto che le aziende dove lo stage davvero potrebbe costituire una valida opportunità formativa sono davvero poche. Magari si potrebbe limitare lo stage agli allievi più meritevoli e non considerarlo alla stregua di una vaccinazione obbligatoria. Magari nella scuola si comincerebbe a premiare il merito degli allievi e magari anche quello degli insegnanti. Capisco che questo possa impensierire...

Commenti

Post popolari in questo blog

Ray Donovan, sláinte a tutto il male che c’è.

L'ultima dei Neanderthal

Norwegian Wood ovvero delle ancestrali pulsioni fra Eros e Thanatos