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Visualizzazione dei post con l'etichetta SERIE TV

Recensioni parallele | “In Silenzio” e” Il Processo”, legal drama avvincenti

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Per gli appassionati dei thriller psicologici e legal drama, questa volta parliamo di due serie televisive, viste una dopo l’altra. La prima, “In Silenzio”, è spagnola di sei episodi, ambientata in una città di provincia che potrebbe ricordare Bilbao, dall’atmosfera cupa con al centro la personalità psicotica di un ragazzo accusato di aver ucciso i genitori facendoli precipitare dal quinto piano.   Il colpevole, o presunto tale, Sergio, interpretato da Aròn Piper, viene subito arrestato e condannato a scontare sei anni in un carcere minorile da cui esce diciotto mesi prima del termine per buona condotta. Sergio però appare un personaggio alquanto ombroso, taciturno, in grado al tempo stesso di alimentare antipatia e il dubbio: sarà stato davvero l’autore del duplice delitto oppure le cose andarono diversamente? Tornato ad abitare nel vecchio appartamento, Sergio non sa di essere osservato a distanza 24 ore su 24 da un team coordinato dalla psichiatra Ana, interpretata dall’attrice Almu

FRINGE | Serie evergreen

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Se una serie di cinque stagioni e cento episodi viene vista in meno di due mesi vorrà dire che piace. Giusto? Deve essere proprio così. È quello che è successo a me. La serie non è proprio delle più recenti. Fringe uscì nel 2008 per concludersi nel 2013, dieci anni or sono. Ambientata in realtà alternative, è basata su paradossi temporali che implicano l’esistenza di più universi paralleli anche se poi la narrazione si sviluppa solo su due. Argomento intrigante, visto che mi è venuta la bella idea di ambientare il terzo episodio del mio ciclo di racconti su Davide e Nora proprio in una situazione del genere: un’anticipazione per i miei fedelissimi quanto sporadici lettori.  Ma ritorniamo a Fringe, che in inglese significa margine, limite, soglia alla quale la scienza si arrende al para normale e cerca di trovare le soluzioni per superarla. Fringe è appunto il nome della sezione della FBI dedicata alla soluzione di fenomeni strani. Attorno alla serie stanno diversi interrogativi tutt

Mercoledì, impossibile non pensare a Harry Potter, ma tutto ruota attorno alla Ortega.

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E rieccomi a parlare di Mercoledì, lo spin off della Famiglia Addams che, diciamolo subito, non sarà stata uno schianto di serie, ma le sue brave 4 stelle su 5 gliele do volentieri. Nella recensione precedente già avevo detto quasi tutto e le mie prime impressioni sono state in parte confermate. C’è un’atmosfera alla Harry Potter in questo horror atipico ambientato alla Nevermore di cui parleremo dopo. E c’è una star attorno alla quale ruota tutto quanto: la giovanissima Mercoledì, appunto; che rispetto a HP gioca però un ruolo molto più autonomo e caratterizza maggiormente tutto il serial più di quanto al giovane Daniel Radcliffe nei panni di Harry fosse riuscito. Colpa del personaggio, direte voi, che sfugge a qualsiasi confronto: indipendente, forte, impassibile, ma non infallibile - come non lo è invece  il celebre maghetto - ,e forse anche per questo lei è assai più simpatica. Da dire che Harry Potter (che, ricordiamolo, non è una serie tv) è opera assai più corale, cosa che Merc

"SAFE", IL MALE DENTRO | MINISERIE SU NETFLIX

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Oggi parliamo di Safe, serie televisiva franco-britannica creata da Harlan Coben, scrittore statunitense specializzato in gialli e thriller. La serie racconta la storia di Tom, un chirurgo vedovo con due figlie adolescenti, in crisi ma non troppo per la perdita della moglie morta di cancro. Dopo che la figlia maggiore scompare, Tom (Michael C. Hall) svolge un’ indagine parallela a quella della polizia e finisce per conoscere tutti i segreti delle persone a lui vicine. La vicenda si svolge in una comunità benestante e protetta, che vive in una sorta di safe zone (appunto), che dovrebbe garantire la sicurezza dai pericoli provenienti dall'esterno. Invece... Attualmente su Netflix, gli otto episodi compongono una sola e probabilmente unica stagione; non ci sarebbe infatti proprio altro da aggiungere a giustificarne la continuazione. Il climax è sostanzialmente British, non solo perché gli episodi sono stati girati fra Manchester e Liverpool. Prevale infatti la tipica alternanza fra a

Blindspot, un tatuaggio tira l'altro (con spoilerino)

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Nonostante qualche dubbio sorto alla fine della seconda stagione, ho continuato questa serie Netflix: “tanto sono sempre in tempo a mollare”. Dopo la terza stagione mi sono detto, “però qualche episodio merita”; dopo la quarta, “carina questa stagione”; infine, mosso a curiosità per come Martin Gero, ideatore della serie, sarebbe riuscito a fare i conti con la protagonista Jane Doe, sono giunto in fondo anche alla quinta. In tutto 100 episodi all’ insegna di azione, thriller e enigmistica. Blindspot è l’apoteosi del crimine targato Fbi, Cia, Nsa e, da quando qualcuno ha spiegato agli americani che la realtà non è bianca o nera come spesso loro la descrivono, non si trattengono più. Buoni e cattivi sono scomparsi e, se gli uni o gli altri talvolta ancora riemergono, lo fanno a ruoli intercambiabili, sin troppo. Quando poi si prende un cattivo e lo si vuole riportare sulla retta via le cose non sono affatto semplici. Ad esempio, prendiamo Jane Doe e chiediamoci se essa sia responsa

Clark, la imperdibile miniserie Netflix. Nessun vaccino sarà mai in grado di neutralizzare la sindrome di Olofsson

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Perché Jonas Åkerlund abbia sentito il bisogno di raccontare le epiche gesta di Clark Olofsson sarebbe da sapere. Fatto sta che il regista di Clark, fortunata miniserie in questi giorni su Netflix, è un personaggio di quelli strambi. Svedese, nato a Bromma (Stoccolma) nel 1966, è regista e batterista e vanta un curriculum di tutto rispetto. Solo per il fatto di aver lavorato con i miei adorati Roxette, per i quali ha realizzato numerosi video lancio dei loro album e canzoni, lo rende ai miei occhi e orecchi degno di onore e imperitura gloria. Inoltre, ha partecipato a diversi tour di famose pop stars quali Blondie, Madonna, Beyonce, Taylor Swift, e probabilmente ha suonato con i Metallica, Paul Mc Cartney, Ozzy Osbourne, e tanti altri. Insomma, ha fatto tante belle cose. Come regista ha all’attivo diversi film, ovviamente sconosciutissimi al di fuori della Svezia, un titolo a caso Polar, ricordatelo perché è importante. Clark invece è una miniserie di sei episodi che ruota attorn

"Hanna", action-thriller di tutto rispetto

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Il conflitto russo ucraino ha indubbiamente sollevato un velo sulle complesse dinamiche che a partire dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica hanno coinvolto gli ex paesi del Patto di Varsavia. Poiché la fiction è spesso più rivelatrice di tante analisi politiche, la visione di alcune serie televisive suggerisce scenari geopolitici interessanti, del tutto plausibili. E non è detto che ciò che è plausibile non possa contenere scampoli di verità nella realtà, così come, rovesciando il ragionamento, la fiction potrebbe addirittura ispirare eventi osservabili nel mondo reale. Non poche serie televisive si prestano a considerazioni del genere. Un tema ricorrente delle fiction americane, ad esempio, è il coinvolgimento diretto della Cia - come vedremo -, sia pure di rami sfuggiti al controllo ufficiale, nei paesi dell’ex Europa dell’Est. Una delle tante serie è appunto Hanna, uscita nel 2019 e conclusa nel 2021, distribuita da Amazon Prime, sviluppata su tre stagioni per un totale

Luther & Alice, un brainstorming fatale I Imperdibile serie Netflix

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Le serie tv inglesi hanno decisamente una marcia in più, su questo non c’è storia, e la serie Netflix LUTHER ne è la prova. Una serie che collocherei allo stesso livello di The Fall, di cui s’era parlato tempo fa. Anche LUTHER è un poliziesco e, in analogia con The Fall, si basa sull’incontro fra detective e personalità criminale. Ma in questo caso c’è qualcosa di più. Il rapporto è molto più intenso e il brainstorming che si scatena fra il protagonista John Luther e Alice Morgan è più ambiguo perché in questo caso l’attrazione è esplicita e ambivalente. Luther è intuitivo, imprevedibile, violento, ma ha ben chiaro quale sia il suo ruolo, pur andando spesso oltre le regole. Alice è una psicopatica, narcisista, priva di empatia, ma attratta dall’intelligenza e dall’arguzia di John. Luther è interpretato da Idris Elba. Ruth Wilson è invece l’attrice che ha interpretato in modo eccellente Alice. La macchina da presa la scruta spesso da vicino e lei comunica con sguardi e atteggiamenti c

BLACK SPOT si può fare!

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Superata la delusione di "Grenseland - Terra di confine", il noir norvegese interrotto dopo una sola stagione sul più bello, e molto probabilmente per sempre, poiché Netflix pare non abbia alcuna intenzione di continuare con una seconda stagione - non si fanno però queste cose, cara la mia Netflix, prima o poi gli utenti cominceranno a ribellarsi -,   e dunque, riprendendo il ragionamento: alla costante ricerca di una serie che mi aiutasse a superare lo shock per il finale di "The Fall", sono approdato a "Black Spot". Serie francese, che, diciamolo chiaro, all’inizio incuriosisce giusto quel tanto da non interromperne la visione dopo il primo episodio, ma che col tempo acchiappa. Sì, lo so, non è che ora sarete già tutti lì smaniosi di cominciare a guardarla, immagino, comunque proseguiamo. La vicenda si svolge in uno di quei paesi nati dalla fantasia degli autori, che potrebbero esistere ma che invece no. Un piccolo paese francese, Villefranche, nome di (

The Fall – Caccia al serial killer, su Netflix una serie che affascina

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“The Fall” è una serie Tv britannica e irlandese andata in onda su BBC 2 fra il 2013 e il 2016 e su RTE 1 in Irlanda. Consta di tre stagioni per complessivi 17 episodi di durata elevata, oltre i 50 minuti ciascuno. La serie è ambientata nell’Irlanda del Nord, in particolare Belfast, ma con nessun riferimento alle note vicende terroristiche. È un thriller drama che si sviluppa attorno a efferati omicidi locali che hanno per vittime giovani donne che hanno in comune l’essere single e in carriera. La serie ha avuto successo in Gran Bretagna ed è attualmente diffusa da Netflix con il titolo, integrato per il pubblico italiano, “The Fall – Caccia al serial killer”. The Fall, la caduta, può essere letta come una lotta fra cervelli, quelli di Paul Spector, il killer, interpretato da Jamie Dornan (star di Cinquanta Sfumature) e la Sovrintendente alle indagini, Stella Gibson interpretata magistralmente da Gillian Anderson, che molti avranno riconosciuto nel ruolo di Dana Scully nella seri

FENOMENO SUPERNATURAL | Il Tv serie cult concluso dopo 15 stagioni

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PRIMA STAGIONE Capita di accostarsi a una serie Tv perché qualcuno ne abbia parlato, magari anche con un po’ di insistenza, al punto tale che alla fine mi decido: “ e che sarà mai? guardiamola, se non mi piace smetto ”. Si reagisce più o meno in questo modo, no? È il caso di Supernatural, una serie, va detto subito, quanto più distante dalle mie corde: vale a dire, guardo di tutto, basta non vi sia traccia di entità soprannaturali. Diciamo che come presupposto già lascio a desiderare. Questo anche per via della massima popolare “scherza coi fanti, ma lascia stare i santi”, che contiene una filosofia spicciola ma molto chiara; ciò che è “santo” deve essere rispettato. E dunque, dopo i primi 22 episodi come la mettiamo? Diciamo che i santi non vengono oltraggiati e che il fatto che io sia giunto alla fine della prima stagione già di per sé è un punto a favore della serie.  Ma non enfatizziamo troppo il concetto perché questa è una recensione assai critica, che forse non piacerà a