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Visualizzazione dei post con l'etichetta Recensione

The Woman in the Wall | Se il convento diventa prigione

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Ho appena terminato la visione di  The Woman In The Wall (La donna nel muro),  miniserie televisiva anglo-statunitense in sei episodi, ideata da Joe Murtagh e diretta da Harry Wootliff e Rachna Suri, in questi giorni disponibile sul portale Paramount+. Le case Maddalena sono stati istituti femminili sorti in Irlanda attorno al 1765 allo scopo di educare ragazze orfane, ragazze rimaste incinte o madri, o giovani ritenute immorali per via della loro condotta considerata peccaminosa, e per questo rinnegate dalla loro famiglia, o, come in Inghilterra, giovani prostitute. Il contesto sociale riteneva moralmente accettabile che per espiare le loro " colpe " le ragazze e le giovani donne venissero inviate presso conventi devoti a Maria Maddalena, da qui la denominazione Case Magdalene appunto, ove venivano impiegate soprattutto come lavandaie non retribuite. Inoltre,  il clima di sottomissione e isolamento nel quale le giovani erano costrette a vivere fungeva spesso da paravento ol

Le quattro casalinghe di Tokio | Romanzo efferato di Natsuo Kirino

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Dalla lettura de Le quattro casalinghe di Tokio (Neri Pozza, 2003) sorge spontaneo voler saperne di più su Natsuo Kirino, la settantaduenne autrice giapponese di Kanazawa, e trapiantata a Tokio.  Fu probabilmente l’interesse per il crimine a portarla alla laurea in giurisprudenza nel 1974; dieci anni dopo intraprese la carriera di scrittrice dedicandosi al romance, un genere che però lei non amava particolarmente.  Le cose si fecero più interessanti quando spostò l’interesse verso la scrittura di romanzi gialli e hard boiled. L’hard boiled è un genere poliziesco non deduttivo che si contraddistingue per una rappresentazione realistica del crimine, con violenza e sesso come ingredienti particolarmente forti. Ed eccoci così a comprendere meglio la genesi delle quattro casalinghe di Tokio, il libro che le  diede la notorietà quando uscì ormai diversi anni or sono, nel 1997. *** Il libro conferma la propensione dell’autrice verso gli aspetti psicologici del crimine, affrontando trame ant

"Ogni terzo pensiero" di Chiara Kiki Effe | Storia d'amore a ostacoli

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Vi è mai capitato di incontrare una persona verso la quale provate profonda attrazione, poterla avvicinare quasi per caso,  poi rivederla a distanza di poco tempo e in posti diversi? Coincidenze o destino? E come la prendereste se questa persona fosse anch’essa attratta da voi?  E se fosse uno scrittore famoso e inguaribile playboy, e voi una fan sfegatata appena uscita da una storia infelice? Quanto sareste disposte a scommettere che scoppi una love story indimenticabile? A partire da questi spunti Chiara Kiki Effe torna al suo pubblico con un nuovo romance dal titolo intrigante: "Ogni terzo pensiero". Come già in "Polvere nel vento" nel 2021, ispirato a una canzone dei Radio Company, stavolta la suggestione viene dal secondo album di David Duchowny, attore, musicista e scrittore reso famoso per l'interpretazione del detective Fox Mulder in X-Files. Titolo allusivo, un poco misterioso, che si chiarirà strada facendo e che le parole di Duchowny aiuteranno a dist

"Nei sogni ritornano" di Ariela Tasca | Chi ha vissuto vivrà

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A percorrere a Biella,  un po’ fuori dal trambusto della città,   il bel viale dei Tigli si arriva al cimitero.  E proprio lì Ariela Tasca ha ambientato un romanzo dai toni delicati, semplice e profondo al tempo stesso.  Quanti avranno letto il noto best seller di Valerie Perrin coglieranno subito una certa assonanza tra le protagoniste dei due romanzi. E ad essere sincero la prima cosa che ho pensato dopo aver scorso le pagine iniziali del romanzo della Tasca è che all’autrice non abbia fatto difetto una buona dose di coraggio per muoversi su un terreno che a dirsi minato sarebbe ancora poco. Ma a ben guardare, la Diamante di “Nei sogni ritornano” ha poco da spartire con la Violette di “Cambiare l’acqua ai fiori” se non il fatto di gestire un’attività al cimitero.  In questo caso la prima impressione non è quella che conta: un concetto che nel romanzo, fra l’altro, costituisce un messaggio non del tutto secondario. Lo vedremo. In questo libro Ariela Tasca ha scritto una storia che ren

Recensioni parallele | “In Silenzio” e” Il Processo”, legal drama avvincenti

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Per gli appassionati dei thriller psicologici e legal drama, questa volta parliamo di due serie televisive, viste una dopo l’altra. La prima, “In Silenzio”, è spagnola di sei episodi, ambientata in una città di provincia che potrebbe ricordare Bilbao, dall’atmosfera cupa con al centro la personalità psicotica di un ragazzo accusato di aver ucciso i genitori facendoli precipitare dal quinto piano.   Il colpevole, o presunto tale, Sergio, interpretato da Aròn Piper, viene subito arrestato e condannato a scontare sei anni in un carcere minorile da cui esce diciotto mesi prima del termine per buona condotta. Sergio però appare un personaggio alquanto ombroso, taciturno, in grado al tempo stesso di alimentare antipatia e il dubbio: sarà stato davvero l’autore del duplice delitto oppure le cose andarono diversamente? Tornato ad abitare nel vecchio appartamento, Sergio non sa di essere osservato a distanza 24 ore su 24 da un team coordinato dalla psichiatra Ana, interpretata dall’attrice Almu

"Porca Vacca" di David Duchovny | Genialata totalmente fuori di testa

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Ed ecco dunque a grande richiesta la recensione di Porca Vacca di David Duchovny. Poiché l’autore è statunitense - ricordate Mulder di X-Files? Sì, proprio lui -  la traduzione italiana del titolo originale inglese Holy Cow non è esatta al cento per cento: sarebbe infatti “santa vacca”, o “vacca sacra”. Ma Porca Vacca in italiano rende bene, perché  Holy  Cow è comunque un’ esclamazione che esprime eccitazione e sorpresa, come in italiano. Che inizio del cavolo questa recensione, okay, avete ragione. Comunque, andava detto. Anche la questione se viene spiegato perché la vacca è porca… beh, Mariano, il libro non lo dice; infatti di sicuro non lo è, anzi, a leggerlo si capisce quanto la mucca - la chiamerò così d’ora in avanti perché muggisce e fa mu - sia invece assai saggia. Ma veniamo al libro. Elsie, la mucca, racconta in prima persona le proprie vicissitudini dal momento in cui per puro caso si sofferma a osservare la famiglia del fattore in estasi, come in preghiera, davanti a uno

Scrittura cuneiforme di Kader Abdolah | Capire l’Iran, Il permanente scontro fra tradizione e progresso

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Il karma del lettore ha fatto sì che il libro mi sia capitato fra le mani di recente. Lui stava lì in attesa, fiducioso, e il suo turno è arrivato proprio a ridosso delle proteste delle donne iraniane sull’osservanza del velo islamico. I fatti recenti hanno conferito al romanzo nuova attualità. “Scrittura cuneiforme” è infatti l’occasione di avvicinare la cultura persiana, al di là degli sconvolgimenti che hanno segnato l'antico impero, Iran dal 1935, negli ultimi cento anni. L’autore, Kader Abdolah , Ismail nella finzione letteraria, è un esule iraniano rifugiatosi in Olanda, .  Il romanzo, un alternarsi fra un presente olandese e il passato iraniano, si apre quando al potere c’è Razha Kan, padre di Reza Palevi, ultimo Scià prima dell’avvento del regime islamico di Komeini. Ma la storia del protagonista ci spinge in un periodo ancora precedente. Il padre di Ismail, Aga Akbar, era nato sordomuto; la madre, Hajar, era una moglie-sige - status di concubina senza diritto ereditario -

FRINGE | Serie evergreen

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Se una serie di cinque stagioni e cento episodi viene vista in meno di due mesi vorrà dire che piace. Giusto? Deve essere proprio così. È quello che è successo a me. La serie non è proprio delle più recenti. Fringe uscì nel 2008 per concludersi nel 2013, dieci anni or sono. Ambientata in realtà alternative, è basata su paradossi temporali che implicano l’esistenza di più universi paralleli anche se poi la narrazione si sviluppa solo su due. Argomento intrigante, visto che mi è venuta la bella idea di ambientare il terzo episodio del mio ciclo di racconti su Davide e Nora proprio in una situazione del genere: un’anticipazione per i miei fedelissimi quanto sporadici lettori.  Ma ritorniamo a Fringe, che in inglese significa margine, limite, soglia alla quale la scienza si arrende al para normale e cerca di trovare le soluzioni per superarla. Fringe è appunto il nome della sezione della FBI dedicata alla soluzione di fenomeni strani. Attorno alla serie stanno diversi interrogativi tutt

Il Bauletto dell'Armida | di Marinella Giuni

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Il Bauletto dell'Armida, di Marinella Giuni (Le Mezzelane), è un romanzo divertente, quasi una fiaba moderna, che tratteggia un'Italia che non c'è più, quella dei piccoli paesi di campagna.  Sebbene ambientato in un'epoca non troppo lontana, fra Merchx e Moser, come argutamente viene messo in evidenza in uno scorcio del racconto, il romanzo echeggia una società estinta.  Chi mai ancora infatti sente dire di curati di campagna, perpetue, pesche di beneficenza capaci di coinvolgere la vita di un'intera comunità? Nella fattispecie, il movente della vicenda è la ricerca accanita di un testamento e ovviamente  del beneficiario, condotta attraverso l' intelligenza furbesca di Armida, appunto, perpetua del parroco del paese.  Traspare uno spaccato di vita popolare semplice, ma non per questo esente da comportamenti ipocriti e grotteschi dei personaggi, che l'autrice descrive con equilibrio e una buona caratterizzazione.  Un romanzo breve che rilasserà i lettori  da

Mercoledì, impossibile non pensare a Harry Potter, ma tutto ruota attorno alla Ortega.

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E rieccomi a parlare di Mercoledì, lo spin off della Famiglia Addams che, diciamolo subito, non sarà stata uno schianto di serie, ma le sue brave 4 stelle su 5 gliele do volentieri. Nella recensione precedente già avevo detto quasi tutto e le mie prime impressioni sono state in parte confermate. C’è un’atmosfera alla Harry Potter in questo horror atipico ambientato alla Nevermore di cui parleremo dopo. E c’è una star attorno alla quale ruota tutto quanto: la giovanissima Mercoledì, appunto; che rispetto a HP gioca però un ruolo molto più autonomo e caratterizza maggiormente tutto il serial più di quanto al giovane Daniel Radcliffe nei panni di Harry fosse riuscito. Colpa del personaggio, direte voi, che sfugge a qualsiasi confronto: indipendente, forte, impassibile, ma non infallibile - come non lo è invece  il celebre maghetto - ,e forse anche per questo lei è assai più simpatica. Da dire che Harry Potter (che, ricordiamolo, non è una serie tv) è opera assai più corale, cosa che Merc

"Jerusalem" di Selma Lagerlöf, il cristianesimo fra utopia e realtà

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Di Selma Lagerlöf avevo già avuto occasione di parlare tempo fa: ricordate “ Il Meraviglioso viaggio di Nils Holgersson ”? (recensione su questo blog del 5 luglio 2018).  Questa volta voglio presentare il suo “Jerusalem”, che acquistai al Salone del Libro a Torino un paio di anni fa, edizioni Iperborea. L’avevo messo lì da leggere e finalmente questo mese è arrivato il suo turno. Sarà di aiuto alla comprensione del testo un breve richiamo al movente che mosse l’autrice a scriverlo: ossia il fenomeno del Millenarismo religioso che portò in Palestina, nella seconda metà del secolo XIX, gruppi religiosi provenienti dalle più svariate aree del mondo, principalmente dagli Stati Uniti, come tentativo di rigenerazione morale e materiale.  In quegli anni cominciavano a manifestarsi in Europa e negli Stati Uniti importanti cambiamenti sociali che interferivano con i valori della vita tradizionale, fra questi i mutati ritmi di lavoro a loro volta connessi con lo sviluppo industriale di quegli an

"SAFE", IL MALE DENTRO | MINISERIE SU NETFLIX

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Oggi parliamo di Safe, serie televisiva franco-britannica creata da Harlan Coben, scrittore statunitense specializzato in gialli e thriller. La serie racconta la storia di Tom, un chirurgo vedovo con due figlie adolescenti, in crisi ma non troppo per la perdita della moglie morta di cancro. Dopo che la figlia maggiore scompare, Tom (Michael C. Hall) svolge un’ indagine parallela a quella della polizia e finisce per conoscere tutti i segreti delle persone a lui vicine. La vicenda si svolge in una comunità benestante e protetta, che vive in una sorta di safe zone (appunto), che dovrebbe garantire la sicurezza dai pericoli provenienti dall'esterno. Invece... Attualmente su Netflix, gli otto episodi compongono una sola e probabilmente unica stagione; non ci sarebbe infatti proprio altro da aggiungere a giustificarne la continuazione. Il climax è sostanzialmente British, non solo perché gli episodi sono stati girati fra Manchester e Liverpool. Prevale infatti la tipica alternanza fra a

Quella casa in fondo alla pianura | di Davide Bernardin

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L’ abbiamo studiato tutti a scuola ma soprattutto imparato grazie agli innumerevoli film ambientati all’epoca della guerra di secessione americana che la vittoria dei nordisti sull’esercito degli stati confederati nel 1865 coincise con la fine della schiavitù negli Stati Uniti. Il XIII e XIV emendamento sancirono a tutti gli effetti quell’importante risultato e impegnarono lo Stato americano a garantire i diritti civili degli ex schiavi. Il XV emendamento nel 1870 concesse infine il diritto di voto anche ai nuovi cittadini. Tutto risolto dunque? Sembrava, e invece i cambiamenti non furono automatici, ci volle del tempo ed è noto che anche anni dopo l’approvazione degli emendamenti in alcune fattorie nelle zone più sperdute del sud del paese la schiavitù continuò a mantenersi. E qui comincia appunto “Quella casa in fondo alla pianura” di Davide Bernardin, la cui idea è originale, sostenuta dall’intreccio bene articolato fra le linee narrative. All’autore va riconosciuto il merito di a

Blindspot, un tatuaggio tira l'altro (con spoilerino)

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Nonostante qualche dubbio sorto alla fine della seconda stagione, ho continuato questa serie Netflix: “tanto sono sempre in tempo a mollare”. Dopo la terza stagione mi sono detto, “però qualche episodio merita”; dopo la quarta, “carina questa stagione”; infine, mosso a curiosità per come Martin Gero, ideatore della serie, sarebbe riuscito a fare i conti con la protagonista Jane Doe, sono giunto in fondo anche alla quinta. In tutto 100 episodi all’ insegna di azione, thriller e enigmistica. Blindspot è l’apoteosi del crimine targato Fbi, Cia, Nsa e, da quando qualcuno ha spiegato agli americani che la realtà non è bianca o nera come spesso loro la descrivono, non si trattengono più. Buoni e cattivi sono scomparsi e, se gli uni o gli altri talvolta ancora riemergono, lo fanno a ruoli intercambiabili, sin troppo. Quando poi si prende un cattivo e lo si vuole riportare sulla retta via le cose non sono affatto semplici. Ad esempio, prendiamo Jane Doe e chiediamoci se essa sia responsa