L'importanza di chiamarsi Matteo


Come nella commedia di Oscar Wilde qui va in scena l'apparenza... inoltre il non più giovanissimo Matteo ha dalla sua quella di essere italiano, il che aiuta. Infatti un italiano può permettersi di essere impreciso, vago, incoerente... Se al posto di Matteo ci fosse Angela, beh, con Angela le cose cambiano, lei non può permettersi la vaghezza, né tanto meno di smentire il proprio ministro degli esteri, oppure, se lo facesse, il giorno dopo quel ministro degli esteri sarebbe dimissionario. Ci si aspetta infatti che Angela sia sempre precisa e coerente, tale è la sua condanna. Invece Matteo può smentire Gentiloni il quale, rappresentando l'Italia, aveva votato per l'astensione sulla famosa mozione Unesco, laddove si nominano in arabo e solo in arabo i luoghi della tradizione ebraica di Gerusalemme. Nomen omen, è il caso di dire. Ma Matteo è incurante del ridicolo internazionale che provoca la sua sciocca presa di posizione, che toglie ancora una volta credibilità e prestigio all'Italia, ma il nostro ovviamente non se ne accorge, totalmente preoccupato di fare "bella figura" stupendo il mondo. Che poi, ricordiamolo, quella mozione è stata prodotta in risposta alle restrizioni imposte da Israele ai fedeli musulmani all'accesso alla spianata delle moschee; così, en passent, pur con tutta la stima e il sostegno a Israele e al popolo ebraico.

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