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Visualizzazione dei post da 2012

Perché Matteo Renzi non può essere "di sinistra"

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Molti rimproverano a Renzi di non essere di sinistra, sono quelli che la sinistra la conoscono bene, come Bersani (classe 1951), Vendola (1958), D'Alema ( 1949 ), ecc. Renzi invece (classe 1975) quella sinistra non l'ha proprio mai conosciuta. Nato nel bel mezzo degli anni di piombo, estraneo al Sessantotto, assolutamente inconsapevole dell'esistenza delle Frattocchie, mai gli sarà capitato di meditare a fondo Stato e Rivoluzione (Lenin), Salario, Prezzo, Profitto (Marx), Che fare? (ancora Lenin), tomi fondamentali nella formazione politica dell'attuale gruppo dirigente del PD laico o cattolico. Renzi compie 18 anni, l'età per votare, nel 1993, non so se ci rendiamo conto, in piena tangentopoli e alla vigilia dell'era berlusconiana. Ma come fa a ragionare con le categorie della sinistra storica uno così? Fortunatamente per lui ragiona diversamente, dice cose diverse, le collega diversamente, è spiazzante, ha una terminologia non "di sinistra",

Riunioni di lavoro Italian style

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In Italia le riunioni di lavoro si sprecano. E’ questo un indice di efficienza? Dipende naturalmente da come si fanno. Ecco alcuni suggerimenti per organizzare riunioni con stile tutto italiano. Provare per credere.  Volete organizzarne una? Dall’esperienza pluriennale e l’osservazione quotidiana, è stato possibile stilare il decalogo di come organizzare una perfetta riunione di lavoro in puro Italian Style, soprattutto quando se ne potrebbe fare a meno. Eccolo: Verificate che non ci sia un’alternativa migliore. Se la risposta alla domanda, perché “ci riuniamo’?”, è “perché ci riuniamo tutti i lunedì mattina”, continuate a farlo. Non scrivete un’agenda per la riunione, ma   nel caso l’aveste fatto   non condividetela con i partecipanti prima che la riunione cominci;  evitate di fare cenno a quello che si spera di ottenere dalla discussione. Fate in modo che   il numero dei partecipanti sia il più elevato possibile. Una riunione può servire a qualcosa se vi partecipano

Lascia o raddoppia?

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"Calma, calma non mi fraintendete ..." sembra voler dire il professore,  "eccone un altro ..." qualcuno potrebbe commentare, eppure la logica montiana è molto chiara: ha dichiarato a New York la sua disponibilità a continuare l'esperienza di governo "SE" i partiti lo chiamassero ancora; ha dichiarato poi in Italia quello che ha sempre sostenuto, vale a dire che avrebbe terminato la sua esperienza di governo, naturalmente allo scadere della legislatura. Dove sta dunque il problema? Tutto quadra. Lui se ne va, ma se poi altri lo chiamano lui ritorna. Beh ... allora, o partiti, se non vi piace vedete di non richiamarlo, se invece vi piace così tanto, che vi presentate a fare alle elezioni? Elementare, Watson ...

Il gap democratico di M5S

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L'esercizio della democrazia interna nelle organizzazioni politiche è un problema piuttosto diffuso, riguarda il Pdl (ricordare il caso Fini), il Pd stesso, e che dire del sindacato? personalmente, dopo  trentacinque anni di lavoro e – altrettanti - di iscrizione ad uno dei maggiori sindacati nazionali non ho mai partecipato ad una vera e propria consultazione per eleggere i miei rappresentanti, per me resta ancora oggi mistero come vengano decise le candidature sindacali. Nel caso di M5S la questione democratica viene spesso sollevata da partiti concorrenti, giornalisti televisivi, ecc., ma essa non riguarda essenzialmente solo quel Movimento, questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Il problema però non va sottovalutato. Il fattaccio del fuori onda è un evento secondario, che esso poi sia stato organizzato ad arte (plausibile) oppure no è ancor più secondario. Bisognerebbe imparare ad analizzare i fatti e le evidenze e non le dietrologie basate su indizi verosimili, ma non

Inutilità di una nuova legge elettorale

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I sistemi elettorali maggioritari favoriscono la nascita di grandi partiti. Essi non sono ben visti dai partiti minori che molto spesso non raggiungono il quorum per ottenere una rappresentanza in parlamento. Con pochi partiti in competizione, ciascuno dei quali gioca un ruolo paritario rispetto all’altro contendente, è più facile rappresentare all’elettore le alternative politiche. Si crea contrapposizione, ma nel contempo anche chiarezza di obiettivi e di alternative. In Italia la legge elettorale che ha abolito il sistema proporzionale ha prodotto un ibrido: al di là delle modalità di voto, preferenze o non preferenze, abbiamo a che fare con un sistema maggioritario fra consorzi di partiti. Ciascun partito si presenta in cordata con uno o più alleati, chi vince è la coalizione non il partito. In questo modo la competizione fra partiti minori non appare disincentivata perché anche un partito piccolo può acquisire vantaggio stando nella coalizione vincitrice. Questo sistema ha a

Il "fascismo" di Grillo e quello degli altri

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La recente querelle sul "fascista" innescata da Bersani a fronte del linguaggio violento adottato da Grillo (ma perché Bersani non si è svegliato un po' prima quando governavano Bossi e Berlusconi? boh, di esempi non ne mancavano certo), induce a riflettere circa le radici del fascismo; esse, a considerare anche il tenore delle dichiarazioni e del dibattito politico generale, soprattutto della 2a repubblica, evidentemente, fanno parte del tessuto antropologico dell'italiano; e si dovrebbe forse chiudere la frase con un punto interrogativo, ma non lo metto.

Crisi finanziara Eurozona: stato dell'arte con modesta proposta

Quando si trattava di aderire all’Euro ampi strati dell’opinione pubblica italiana erano favorevoli in quanto, vista l’incapacità della politica nazionale, ci avrebbe pensato Bruxelles a mettere ordine nei conti italiani. Ricordate? Lo stanno facendo. *** L’Italia ha accumulato negli anni circa duemila miliardi di Euro di debito pubblico. Questi soldi servono per sostenere il fabbisogno della gestione corrente della pubblica amministrazione. Senza il debito pubblico che si esprime in titoli del cosiddetto debito sovrano (bot, cct, ecc a scadenze diverse nel tempo) lo Stato italiano fallirebbe in pochi giorni o ore. Perché lo Stato non può permettersi di fallire? Perché fallendo non avrebbe le risorse per pagare stipendi, pensioni, forniture, mutui sugli investimenti delle   opere pubbliche, ecc. : i cittadini a poco a poco non avrebbero più denaro da spendere per acquistare beni e servizi; anche chi non lavora nello Stato subirebbe danno in quanto sarebbe costretto a fare a meno