La Trama delle nostre Anime, di K. M. Moronova
Autore: K. M. Moronova
Titolo: La trama delle nostre anime
Genere: Dark Romance
"E così, credo di aver trovato qualcosa di tanto irresistibile
quanto la morte."
Prima di passare al succo, ovvero alla mia recensione e quindi
alle mie impressioni, voglio dedicare qualche riga alla bellezza di questa
edizione curatissima. L’estetica non conta molto, se un libro non è valido, ma
quando l’estetica e la trama vanno di pari passo, allora ci troviamo tra le
mani un piccolo gioiellino da esporre con orgoglio in libreria dopo averlo
letto, mentre ancora le emozioni che le pagine ci hanno donato volteggiano dentro
di noi.
“Mi chiamo Wynn Coldfox. Ho ventisei anni e voglio morire. Quando ieri mi sono svegliata in ospedale con
mio fratello che piangeva al mio capezzale, ho capito di aver superato il
limite. Quello che non mi aspettavo, però, era di essere accudita da un
infermiere con gli occhi di ghiaccio e un senso dell'umorismo ancora più
morboso del mio. Mi ha regalato un anello di onice – sostiene che questa pietra
allontani la sofferenza – e poi è scomparso.”
Le vicende si aprono con una protagonista profondamente spezzata
dentro, che ha appena tentato di spezzare anche il filo della vita. L’autrice è
brava, in poche pagine, a far percepire al lettore la profonda sofferenza e a
illustrare la situazione non poco idilliaca in cui si trova. Perennemente sull’orlo
di un precipizio, costretta suo malgrado a scegliere ancora una volta di vivere
e, forse, stavolta decidere di farlo davvero. Perché vivere, talvolta, non è
facile.
“Adesso mi trovo ad Harlow
Sanctum, un centro di riabilitazione costoso e soprattutto poco ortodosso. Le
stanze, infatti, sono assegnate in base al piano di trattamento e il mio
compagno è un ragazzo – questo posto sembra promuovere in tutti i modi la promiscuità.
Appena l'ho visto ho capito di conoscerlo già. Si tratta del bel tipo dagli
occhi crudeli che si è spacciato per infermiere. In realtà si chiama Liam, ha
ventotto anni e tendenze autolesioniste. Io desidero la morte, lui la vita.”
Questa coincidenza, devo dire la verità, mi ha molto spiazzata,
anche se poi viene spiegato il motivo per cui Liam si trovava fuori dal fittizio
e strambo istituto psichiatrico inventato di sana pianta dall’autrice, ma l’ho
accettato e sono andata avanti con la lettura.
Quello che ci immaginiamo sia un duetto, presto diventa un triangolo
composto da tre persone a loro modo speciali, che arrancano ognuno per i propri
motivi pregressi ma che se si aggrappano l’uno all’altro riescono a trovare la
forza di fare un passo in avanti. Certo, capita anche di fare dei passi
indietro, di ribellarsi e voler tornare in quell’oscurità in cui sanno
gestirsi, ma ci sono situazioni in cui riemergere nella luce è doveroso.
La storia ha una parte mistery che tiene incollati alle pagine: alcuni
degli ospiti dell’istituto, tempo prima, sono… svanite. Sono andate via? Sono
guarite? Sono… morte?
Questo è solo uno stimolo in più per i protagonisti che si
trovano ad affrontare le proprie emozioni e ad afferrare e sbatacchiare quelle
degli altri, perché si sa che è molto più semplice restare lucidi e risolvere
un problema altrui.
La trama delle nostre anime parla di questo e molto di più.
Parla di sentimenti, paure, terrori e parla di amore.
Mi sento di dare un bel voto a questo libro anche se avrei
preferito un numero maggiore di pagine. La scrittura è evocativa, precisa,
tagliente e cruda. Un dark romance forse non per tutti, ma sicuramente per
tutte quelle persone che non si pongono inutili limiti e sono pronte a esplorare
la profondità della sofferenza altrui, e sono anche pronte a veder rinascere
qualcuno che può farcela, che deve farcela.
Kiki
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