La città e le sue mura incerte | di Murakami Haruki
Appena terminata la lettura de “La città e le sue mura incerte” perplessità e incertezza mi hanno accompagnato per almeno un paio di giorni.
È sempre il solito Murakami, sia chiaro, non è cambiato di una virgola, la sua prosa è inconfondibile, ma in questo caso si è superato in un retelling del romanzo di esordio, mai pubblicato se non anni dopo con il rifacimento dal titolo “La fine del mondo e il paese delle meraviglie”.
E infatti nell’ultimo romanzo ritroviamo molti contenuti di quello del 1985: ritroviamo soprattutto la città dalle alte mura, il guardiano, gli unicorni, ecc.
L’autore dice che era però necessario un compimento della prima opera, e quest’ultima ne è la piena completezza.
Ci sono diverse chiavi di lettura.
Una riguarda lo scorrere del tempo, i rimpianti di una vita, le possibilità irrealizzate, gli adattamenti che una persona è costretta a fare a causa delle vicende della propria esistenza. Ma questa è forse una chiave di lettura banale, evidentemente c'è anche altro.
La narrazione parte dall’amore di una coppia di giovanissimi, lei sedici, lui diciassette anni. Sembrerebbe una storia come tante senonché la ragazza un giorno confessa che la vera sé stessa vive altrove, in una città irraggiungibile. Da quel momento, con l’aiuto della ragazza, la città prenderà sempre più concretezza fino a quando lei scomparirà del tutto senza dare più notizie, come scomparsa nel nulla.
Che sia finita nella città immaginaria dalle alte mura?
Come ci sia finito lui invece non si sa, un bel giorno la sua vita cambia dopo essere entrato in quella città e aver abbandonato la propria ombra. È una città strana, onirica, con presenze e ritmi diversi. Trova una ragazza, che sembrerebbe essere la stessa di prima. È la stessa? Lui però non le rivela il proprio amore e anzi non sembra nemmeno più tanto innamorato nonostante provi per lei una effettiva attrazione. Lei non ricorda e le cose procedono in un tran tran dalle fattezze di un eterno presente. Lui diventerà il lettore dei sogni conservati nella biblioteca della città.
Ma altrettanto inspiegabilmente rientra nella vita reale, sarà lui o la sua ombra a essere tornato nella realtà di prima?
Fatto sta che anche nella realtà succedono cose difficili da spiegare. Passano gli anni, lui invecchia, c’è l’incontro con un fantasma, l'amicizia con una donna che gestisce un bar, lo strano incontro con un giovane sedicenne autistico dal nomignolo di quelli che piacciono a Murakami: Yellow Submarine. Infine, il ritorno nella città dalle alte mura e l’epilogo oscuro, aperto, indefinibile.
Insomma, è uno dei libri più spiazzanti di Murakami che abbia mai letto, dalle numerose sottotrame e nessuna portata a compimento. Io non credo di averlo capito fino in fondo anche se mi piace l’idea che per i due terzi del romanzo il protagonista non sia una persona vera ma la propria ombra, o forse non è così. In ogni caso, se volete dire la vostra io sono qui.
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