Cotton Island, di L. F. Koraline
Titolo: Cotton Island
Autore: L. F. Koraline
Genere: romance
«Quando Zeke Parker mi guarda con i suoi occhi
di ghiaccio mi sento indifesa, esposta a quella verità che sto nascondendo, ma
non voglio che smetta di farlo.»
Cotton
Island, autococlusivo, è un romance con tinte mistery molto piacevole da
leggere, scorrevole.
Non
avevo mai letto nulla di questa autrice, quindi sono contenta di aver scelto
questo romanzo che mi ha ben predisposta per altri. Ero incuriosita dal titolo,
soprattutto, e un po’ anche dalla quarta di copertina che, come mia consolidata
abitudine, non ho letto per intero. Preferisco far lavorare il mio intuito.
Mi
sono ritrovata catapultata a Cotton Island provando la stessa ansia di Rosalie
che, per scappare a un uomo che la teneva prigioniera – Miguel – si finge
Lilibeth, una delle ex abitanti dell’isola. 
E
mi sono ritrovata piena di aspettative mentre attendevo di incontrare Zeke
Parker, il padrone dell’intera isola e, come più o meno dice lui, anche dell’aria
che i suoi abitanti respirano.
Dieci
anni prima proprio lì, a Cotton Island, si è consumata una tragedia che ha
cambiato non solo la vita di Zeke, trentenne uomo d’affari, bellissimo e
austero. La tragedia ha cambiato la vita anche di tutti gli abitanti dell’isola,
oltre cinquecento persone che hanno dovuto abbandonare le loro case e i loro
lavori per tornare “nel continente” finché proprio Zeke, deciso a risolvere il
mistero, non li ha richiamati tutti lì.
E
Rosalie adesso è lì, a mentire a tutti, a mentire a Zeke che la tiene d’occhio,
a mentire anche a se stessa finché… finché riuscirà a farlo. Perché ogni giorno
che passa le regala la tranquillità di non essere trovata da Miguel, ma le dà
anche una dose di apprensione per tutto quello che di sbagliato sta facendo e
proprio nei confronti di Zeke.
Be’,
non posso andare molto oltre questo, altrimenti rischierei di svelare troppo. 
Per
quanto mi riguarda la storia, come ho già detto, è molto carina ed emozionante,
i personaggi sono ben delineati e non mancano i colpi di scena. A volte ho
avuto l’impressione che qualche avvenimento – soprattutto i cambiamenti
repentini di Zeke – capitassero un po’ troppo velocemente, ma nel complesso
essendo un libro autococlusivo, va bene così. Merita un bel voto per com’è
scritto, per la scorrevolezza e per tutte le emozioni che scaturiscono dalle
pagine.
Kiki
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