"Alcibiade" di Ilja Leonard Pfeijffer, romanzo storico di ingegno e finzione


La mia lettura di questa estate è stata “Alcibiade” dello scrittore olandese, genovese di adozione, Ilja Leonard Pfeijffer, libro che rievoca la figura dell’avventuriero, politico e militare ateniese Alcibiade (450 a. C – 404 a. C.) a partire dalla sua giovinezza, nella forma di una autobiografia immaginaria.
Se volessimo coniare uno slogan si potrebbe dire che “Alcibiade” è un romanzo storico di ingegno e finzione.
Il racconto si basa infatti su una rigorosa ricerca storica e ripercorre eventi e personaggi realmente esistiti della Grecia classica. La trama si snoda attraverso momenti cruciali della storia ateniese, come la guerra del Peloponneso e la spedizione in Sicilia, offrendo un quadro fedele dell’epoca.
L’ingegno di Pfeijffer entra in gioco nel modo in cui rielabora il materiale storico. Egli non si limita a una semplice cronaca, ma intreccia la narrazione con acute analisi politiche e filosofiche. Il romanzo diventa un’indagine intelligente sulle dinamiche del potere, sulla natura umana e sui meccanismi che portano al crollo di una civiltà.
Anche se  ancorato alla Storia, il libro è permeato da elementi di finzione letteraria. La voce narrante e  la sua prospettiva intima, i dialoghi e la vividezza delle descrizioni sono frutto dell’abilità narrativa. La finzione, quindi, non è mai alterazione dei fatti sensibili, ma un mezzo per dare vita e profondità alle vicende rendendo la storia accessibile e avvincente per il lettore moderno.
Ma Pfeijffer non guarda solo al passato, la sua visione è ancorata al presente, cosa che il lettore attento coglierà. Le tante provocazioni disseminate lungo le 825 pagine di racconto (più altre 200 di appendici storiche, fonti e bibliografia) senz’altro potranno risultare utili per comprendere il tempo presente in cui viviamo.

Citazione: “Il problema era che, sebbene avessi molte parole appassionate e idee attraenti da offrire, se posso dirlo, non potevo promettere e realizzare nulla di concreto. Ciò che è insopportabile in una democrazia è che hai bisogno di una maggioranza per poter distribuire doni e che devi distribuire doni per poter ottenere una maggioranza.”


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