Mercoledì, impossibile non pensare a Harry Potter, ma tutto ruota attorno alla Ortega.




E rieccomi a parlare di Mercoledì, lo spin off della Famiglia Addams che, diciamolo subito, non sarà stata uno schianto di serie, ma le sue brave 4 stelle su 5 gliele do volentieri.

Nella recensione precedente già avevo detto quasi tutto e le mie prime impressioni sono state in parte confermate.

C’è un’atmosfera alla Harry Potter in questo horror atipico ambientato alla Nevermore di cui parleremo dopo.

E c’è una star attorno alla quale ruota tutto quanto: la giovanissima Mercoledì, appunto; che rispetto a HP gioca però un ruolo molto più autonomo e caratterizza maggiormente tutto il serial più di quanto al giovane Daniel Radcliffe nei panni di Harry fosse riuscito. Colpa del personaggio, direte voi, che sfugge a qualsiasi confronto: indipendente, forte, impassibile, ma non infallibile - come non lo è invece  il celebre maghetto - ,e forse anche per questo lei è assai più simpatica. Da dire che Harry Potter (che, ricordiamolo, non è una serie tv) è opera assai più corale, cosa che Mercoledì non è, perché non riesce a esserlo o - molto più probabile – perché ha deciso di non esserlo.

La giovane attrice protagonista Jenna Ortega, vent’anni da poco compiuti, è bravissima. Penso che la serie valga la pena di essere vista anche solo per la sua interpretazione. 

Mercoledì è ovviamente molto carina, di una bellezza oserei dire innocente, senza concessioni alla sensualità, ma altrettanto attraente.

Ogni tanto prende le sue cantonate, ma non per questo demorde.

Oh! Per chi non lo sapesse, si tratta di smascherare un mostro che sta dentro alla Nevermore. Cosa sia e chi sia lo si scoprirà alla fine, grazie alla perseveranza di Mercoledì.

Ci sarà un sequel? Il finale strizza l’occhio, c’è qualche interrogativo senza risposta ancora da svelare e poi Mercoledì dovrà frequentare il secondo anno alla Nevermore. Scuola strana, dicevamo. Rispetto alla Hogwart di HP ha una funzione meno chiara. Parrebbe solo garantire ai reietti un’educazione che nelle scuole normali non sarebbe possibile; fra l’altro questo termine è di una certa ambiguità: la parola italiana traduce il termine inglese “outcasts” che ha significati più ampiì fra i quali emarginati, strani o strambi, diversi, abbandonati. Vabbè fate voi. 

Per il resto è una finzione, direte. Certo. Una finzione che, spostando il focus sull’insieme del serial, mi crea qualche problema di "credibilità". Ed è lo stesso problema che ho riscontrato in Supernatural (per parlare di un’altra serie cult) in cui mostri, angeli e demoni si muovono in un ambiente “normale”, un al-di-qua in definitiva assai più improbabile dei mondi fantastici immaginati ad  hoc, e dunque assai meno credibile. 

Infatti, come avrete inteso, preferisco le storie ambientate in mondi o dimensioni paralleli o del tutto fantastici; perché è evidente che in quei mondi magici possono accadere le cose più… incredibili ma paradossalmente più convincenti. Così è per Harry Potter, così è per “Narnia”, così è anche in “Queste oscure materie” di Philip Pullman. Ma so già che qualcuno di mia conoscenza non sarà d’accordo e forse anche altri, e dunque immagino che sull’argomento si possa discutere all’infinito.

Vedremo allora come e se proseguirà Mercoledì, probabilmente ci sarà da attendere la fine del 2023. Alla prossima.




 

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