Recensioni parallele | “In Silenzio” e” Il Processo”, legal drama avvincenti







Per gli appassionati dei thriller psicologici e legal drama, questa volta parliamo di due serie televisive, viste una dopo l’altra.

La prima, “In Silenzio”, è spagnola di sei episodi, ambientata in una città di provincia che potrebbe ricordare Bilbao, dall’atmosfera cupa con al centro la personalità psicotica di un ragazzo accusato di aver ucciso i genitori facendoli precipitare dal quinto piano.  

Il colpevole, o presunto tale, Sergio, interpretato da Aròn Piper, viene subito arrestato e condannato a scontare sei anni in un carcere minorile da cui esce diciotto mesi prima del termine per buona condotta.

Sergio però appare un personaggio alquanto ombroso, taciturno, in grado al tempo stesso di alimentare antipatia e il dubbio: sarà stato davvero l’autore del duplice delitto oppure le cose andarono diversamente?

Tornato ad abitare nel vecchio appartamento, Sergio non sa di essere osservato a distanza 24 ore su 24 da un team coordinato dalla psichiatra Ana, interpretata dall’attrice Almudena Amor,  assieme ad altri investigatori, grazie a un sofisticato sistema di microfoni e videocamere disseminati in ogni stanza, allo scopo di capire se egli sia ancora un pericolo per la società.

La serie si snoda anche attraverso  altri personaggi che con ruoli differenti interferiranno nella vita di Sergio; anch’essi non sfuggiranno al sistema di controllo che presto però mostrerà alcuni punti critici. 

Soprattutto Ana, sempre più coinvolta emotivamente al punto da destare preoccupazione fra i colleghi. Assolda una ragazza allo scopo di fare in modo che Sergio si riveli, ma le cose sfuggono di mano e la sindrome di ibristofilia, detta anche di Bonny e Clyde, ovvero una forte attrazione sessuale verso l’autore di crimini efferati, costituirà un problema. 

La tensione si sposta così da Sergio alle due donne che vivono situazioni personali diverse, ma entrambe ormai ossessionate dalla presenza di Sergio nelle loro vite. 

Ma tutti i personaggi coinvolti metteranno in mostra il loro lato oscuro. 

La scena conclusiva è forse l’aspetto più shoccante e indecifrabile dell’intera vicenda, che fa di questa serie un piccolo capolavoro. 

Ci sarà una seconda stagione e allora forse sapremo come sarà andata davvero a finire la prima; per ora ciascuno è libero di congetturare a piacere perché il finale, più che aperto, è a dir poco davvero enigmatico. Voto: 5/5 stelle.





***


La seconda serie dal titolo “Il Processo”, considerata il primo vero legal thriller italiano, fu trasmessa da Canale 5 nel novembre 2019.




Fra le serie italiane è di sicuro la migliore che abbia mai visto, anche perché di solito le italiane le interrompo dopo uno o due episodi. Questa invece vale la pena di essere vista:  assolutamente priva di tanti insopportabili cliché da soap opera che non si sa perché i nostri autori amano seminare a spaglio: quindi no a espressioni dialettali, luoghi comuni o volgarità di bassa lega.

Intendiamoci, niente di assolutamente originale, ma la struttura narrativa è convincente e avere ambientato la serie in una città di provincia è stata una scelta riuscita: Mantova è molto bella, la fotografia privilegia scorci della città suggestivi, come Palazzo Te, luogo della scena del crimine. 

Anche in questo caso il primo episodio si apre con un delitto già consumato, quello di una giovane escort. L’attenzione è posta sulla PM Elena Guerra, interpretata dalla brava Vittoria Puccini, che sarà incalzata dall’avvocato Ruggero Barone impersonato da Francesco Scianna, difensore di Linda Monaco (Camilla Filippi), la figlia di un potente industriale locale.

La serie si sviluppa dunque alternando le udienze processuali alla ricostruzione delle vicende e delle testimonianze che condurranno all’uccisione della escort. Molti i colpi di scena nel corso degli otto episodi. Anche in questo caso il finale è a sorpresa, ma decisamente più rivelato; e ci bastava poco per renderlo più aperto o dubitativo, in altre parole più intrigante. La serie ne avrebbe guadagnato, ma forse il pubblico di Canale 5 non avrebbe gradito. Voto: 4/5 stelle.


Entrambe le serie le trovate in questi giorni su Netflix.


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