"Hanna", action-thriller di tutto rispetto

Il conflitto russo ucraino ha indubbiamente sollevato un velo sulle complesse dinamiche che a partire dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica hanno coinvolto gli ex paesi del Patto di Varsavia. Poiché la fiction è spesso più rivelatrice di tante analisi politiche, la visione di alcune serie televisive suggerisce scenari geopolitici interessanti, del tutto plausibili. E non è detto che ciò che è plausibile non possa contenere scampoli di verità nella realtà, così come, rovesciando il ragionamento, la fiction potrebbe addirittura ispirare eventi osservabili nel mondo reale. Non poche serie televisive si prestano a considerazioni del genere. Un tema ricorrente delle fiction americane, ad esempio, è il coinvolgimento diretto della Cia - come vedremo -, sia pure di rami sfuggiti al controllo ufficiale, nei paesi dell’ex Europa dell’Est. Una delle tante serie è appunto Hanna, uscita nel 2019 e conclusa nel 2021, distribuita da Amazon Prime, sviluppata su tre stagioni per un totale di 22 episodi. La serie è un action-thriller americano benché con una chiara impostazione British, data dall’ideatore David Farr, scrittore e drammaturgo inglese, e basata sull’omonimo film del 2011. La vicenda si sviluppa principalmente fra Romania, Polonia, Germania e Inghilterra. Tutto parte da un ramo spurio della Cia che è impegnata a realizzare un programma segreto in Romania il cui obiettivo è la creazione di super soldati a partire da neonati strappati alle madri e assegnati a una struttura, la UTRAX, per essere sottoposti a uno speciale trattamento farmacologico e psico fisico sin dalla più tenere età. Avviene che la madre di Hanna, in un primo tempo, accetta di vendere la neonata a Erik, il reclutatore del programma, ma successivamente se ne pente e rivuole indietro la figlia. Seguono, nell’ordine, innamoramento di Erik e Johanna, rapimento della piccola Hanna dalla struttura da parte della coppia, fuga rocambolesca dei tre braccati dalla Cia. Uccisione di Johanna, fuga di Erik con la piccola fra le braccia nella foresta dove resterà per una quindicina d’anni quando la storia riprende con Hanna ormai sedicenne. La giovane incomincia a porsi domande alle quali Erik non è preparato a rispondere. Ma Hanna, ormai addestrata dall’uomo che lei crede suo padre a sopravvivere alle insidie della foresta, avrà modo di dimostrare le sue innate capacità: forza, scaltrezza, autonomia, precisione, resistenza fisica, intelligenza. Tutte capacità necessarie dall’inizio alla fine poiché se da un lato Hanna è costretta a fuggire da chi intende neutralizzarla, dall’altro è lei che per difendere se stessa dovrà impegnarsi per distruggere il sistema che la perseguita. La serie si regge totalmente sulla figura di Hanna, in parte su Erik. La protagonista principale è interpretata dalla bravissima Esme Creed-Miles nata a Londra nel 2000. Per calarsi nella parte la giovane attrice si era allenata nelle arti marziali sei ore al giorno per mesi. Creed-Miles ha dichiarato di aver apprezzato il modo in cui il ruolo di Hanna le abbia permesso di sfidare le norme sociali su genere e sessualità, nella fiction come nella vita reale. La sua interpretazione è stata oggetto di recensioni positive. La rivista americana “The Atlantic” ha sottolineato come lei riesca ad "infondere il personaggio di vulnerabilità emotiva e potere fisico. Ancora più sorprendente è il modo in cui riesca a comunicare intuizione e intelligenza, quanto sia agile, attenta e iperattiva". Erik è invece interpretato da Joan Kinnama, attore svedese nato nel 1979, con già all’attivo precedenti presenze in film e serie tv. La serie Hanna non deluderà gli amanti dei film d’azione, cospirazioni, spionaggio, colpi di scena. Anche gli altri personaggi sono ben calibrati, in particolare emerge quello di Marissa, interpretata da Mireille Enos, che svolgerà un ruolo fondamentale in gran parte degli episodi della serie. Per completezza di informazione veniamo infine alle incongruenze. La fuga in auto dalla Romania alla Polonia nel tentativo di mettere in salvo la piccola Hanna viene risolta in modo semplicistico, data la distanza in termini di chilometrici fra il laboratorio della UTRAX in Romania e la foresta al sud della Polonia. Inoltre, non si comprende come Erik possa essere riuscito a fare in modo che Hanna sopravvivesse nella foresta, privata della madre in così tenera età e senza disporre di un rifugio adeguato. Ma la serie è tanto avvincente che si è sinceramente disposti a chiudere uno o anche due occhi. Assolutamente consigliabile!

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