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Venezia soluzione estrema | di Giancarlo Bosini

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Questo romanzo del giallista Bosini è un interessante connubio fra realtà e finzione.  Quello che infatti  mi ha colpito è stata la capacità dell’autore di ambientare una storia ispirata alle vicende di un importante edificio che nel suo genere è un emblema e parte integrante del paesaggio veneziano: l’ex Molino Stucky alla Giudecca che nella finzione romanzesca prende il nome di Mulino Mendel. Prima della sua ristrutturazione, che lo ha effettivamente trasformato in un lussuoso hotel, la costruzione si ergeva nella sua maestà inquietante in modo prepotente sull’isola della Giudecca.  Bosini lo ha trasformato in un palcoscenico prendendo a prestito eventi realmente accaduti, come le devastazioni causate da incendi, ma rendendolo nel contempo il fulcro su cui ruota una storia ricca di suggestioni. Al centro il progetto di trasformazione del vecchio mulino attorno al quale ruotano personaggi dal passato non proprio cristallino e indizi non sempre facili da cogliere soprattutto quando di

"Di uomini e di mondi" | di Martina Tassini

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Di uomini e di mondi  di Martina Tassini - Sette racconti brevi, profondi, ricchi di significato, nella loro semplicità, essenziali: un’essenzialità che porta a riflettere. Proprio per questo, fra una lettura e l’altra, mi è parso necessario prendermi del tempo, così ne ho letto uno al giorno, in una settimana. A dire il vero, il titolo può trarre in inganno perché non tanto di “uomini” si parla in quanto i protagonisti appartengono a quello che i tedeschi chiamerebbero Menschen, vale a dire l’insieme delle “persone” ovvero l’Umanità in senso lato. Uomini e donne che vivono realtà molto diverse fra loro, distanti nel tempo e nello spazio, ma tutti accomunati dalla necessità di fare scelte di vita importanti, di dare un senso alla propria esistenza, cercare o ritrovare sé stessi, la propria felicità, che devono fare i conti fra aspirazioni e le situazioni in cui vivono e che a poco a poco li hanno trascinati dove non volevano, ma non solo. Leggere questi racconti è anche riflettere

Sons Of Anarchy, affresco infernale per una famiglia maledetta

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I Motorcycle Club sono un fenomeno nato negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale, probabilmente per iniziativa di reduci appassionati di motociclette, una moda diffusasi subito in tutti gli States e in altri paesi. Si tratta di soggetti che prediligono principalmente Harley Davidson, ma anche altri cosiddetti choppers, vale a dire motociclette fortemente elaborate e personalizzate in modo da non farle apparire uguali o simili a modelli di serie. Esattamente il contrario dei cultori dei più famosi brand odierni. Ma in quegli anni si era alla vigilia di importanti cambiamenti epocali di contestazione al sistema che negli Stati Uniti ebbe modo di esprimersi in un capovolgimento dei valori e degli stili di vita non necessariamente caratterizzato da coerenze ideologiche come invece avvenne in Europa e soprattutto in Italia diversi anni più tardi. Ad esempio, nel 1947 le cronache riportano che in una cittadina della California un raduno di motociclisti sfociò in risse e disord

Ray Donovan, sláinte a tutto il male che c’è.

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Scusate, ma per una volta faccio un po’ di spoiler, e vi assicuro che non si perde niente, anzi. Metà dei costi di produzione devono essere andati in superalcolici visto il gran uso che se ne fa. Il fulcro di tutto è lui, Ray, interpretato dal bravo Liev Schreiber. Ray Donovan, origini irlandesi, cattolico sui generis, oggetto di attenzioni morbose, assieme al fratello Bunchy, da parte di un prete cattolico in età preadolescenziale. Il trauma e il senso di vendetta che ne segue aleggiano fin dal primo episodio e richiama il tema della violenza sessuale dei preti pedofili, molto sentito in America. Nella serie emergono spesso tratti della cultura irlandese della famiglia Donovan, nonostante essa sia ambientata negli States fra New York, Boston, Hollywood e Los Angeles. Lui, Ray, è un troglodita, così viene definito da un funzionario dell’FBI, un farabutto, uno che aggiusta le cose che non si possono riparare.   Ray è un violento, un corrotto, un assassino, un fedifrago, insomma uno

22-11-63 di Stephen King attraverso le insidie del passato

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Non sono un grande conoscitore di Stephen King, ma considerato l’enorme successo che il settantaduenne scrittore statunitense ha a livello planetario, mi sono proposto di colmare quella che considero una mia grave lacuna.  “ Piaccia o non piaccia, non si può restare privi di un’opinione su uno scrittore tanto popolare”- mi sono detto. Per questo ho cominciato a leggerlo. Il primo problema incontrato era stato come raccapezzarmi nella sterminata produzione di ben cinquantaquattro romanzi oltre a diverse raccolte di racconti. La fortuna ha voluto che ho potuto avvalermi dei consigli di una persona che dei libri di King possiede una conoscenza assai approfondita avendoli letti tutti, dal primo all'ultimo. Inoltre, conosce i miei gusti in fatto di generi letterari, che non prevedono il genere horror, sicché in questo caso la sua funzione è stata quella di vera e propria consulente personale. Naturalmente intendo mantenere il segreto e non rivelerò la sua identità, a meno che non lo v

Un soft thriller avvincente dai toni lievi e distensivi

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Una trama coinvolgente vi farà appassionare alle vicende di Lisa e della sua famiglia allargata, fra oscuri legami che accomunano mondi geograficamente distanti ma assai vicini se si considerano le storie dei tanti personaggi  che si svilupperanno in modo sorprendente a poco a poco per tutte le pagine di questo lungo racconto. Chi conosce Istanbul, a cavallo fra due mondi, l’Asia e l’Europa, riconoscerà molte località nelle quali i protagonisti si muovono, e non si tratta solo di fuggevoli accenni perché l’autrice ci accompagna attraverso questi posti facendoceli ricordare e apprezzare o incuriosendoci qualora non li conoscessimo già. Le vicende si allargano anche all’Italia e, in particolare, nel bellunese, espediente che consente di richiamare alla memoria una tragedia italiana, una ferita ancora aperta nonostante il passare degli anni: l’inondazione e la scomparsa di Longarone, causata dalla frana del Vajont nel 1963. Il paese fu spazzato via, decine e decine di famiglie persero la

Ammazzalavoro di Marco Turco | Serial killer con sorpresa

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Oltre a recensioni di best seller e scrittori affermati questo blog dà spazio anche a autori emergenti.  Eccone uno con un romanzo che mi ha incuriosito. In questo Ammazzalavoro di Marco Turco ecco raccolti tutti gli ingredienti che ossessionano i candidati ogniqualvolta si presentano a un colloquio di lavoro. Turco ha affrontato il tema con questo romanzo che è meglio di un manuale su come rispondere alle inserzioni di ricerca di personale o come osservare una serie di buone norme su cosa dire e non dire davanti a un intervistatore; come rispondere alle domande imbarazzanti e, soprattutto, come comportarsi di fronte a un recruiter troppo invadente. Beh, come comportarsi forse no visto che la nostra protagonista è una serial killer professionista, preparatissima sia nelle tecniche di domanda offerta di lavoro sia soprattutto nel neutralizzare in modo permanente la malcapitata o malcapitato selezionatore. In questo la parità di genere è osservata con scrupolo. Non mancano fini ana

Rosso come la neve | di Grazia Buscaglia | Storia d'amore anomalo, esclusivo, geloso e di segreti

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Rosso come la Neve, come tante opere di ispirazione autobiografica, può essere letta sotto diverse angolature. C’è ovviamente la storia della protagonista, Giulia, che in modo sorprendente ci accompagnerà con dovizia di particolari con i suoi ricordi fin dalla più tenera età riproponendoci gli anni della sua scuola materna. Ma troviamo anche i richiami di un periodo della storia italiana fra i più intensi del dopoguerra, quello che attraversa gli anni del boom economico, gli anni di piombo, gli anni Novanta e la contemporaneità dell’ultimo decennio con lo scardinamento dei modelli famigliari tradizionali. Non tutti riescono in modo tanto lucido mettere a fuoco vicende, e soprattutto sensazioni che vanno oltre i singoli accadimenti. L’autrice inizia col presentarci la piccola Giulia, con quel carattere poco allineato ai cliché dell’epoca e per certi versi nemmeno a quelli attuali. Ma assieme a Giulia emerge fin da subito l’altro protagonista della storia, Enrico, l’amico del cuore. No

Nell’anno della tigre: Storia di Adriana Faranda (di Silvana Mazzocchi)

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Al centro del racconto è la persona, lei, Adriana, la sua evoluzione, a partire dall'infanzia segnata da uno spirito ribelle,  l'avvicinamento alla lotta armata, la scelta delle Brigate Rosse, la clandestinità, il rapimento Moro, le sue vicende intime, la prigione e la dissociazione dal terrorismo. Quando si affrontano questi argomenti dal punto di vista di terroristi (in questo caso ex) occorre farlo con molta delicatezza, soprattutto nei confronti delle vittime, dei tanti morti che hanno segnato il periodo buio degli anni di piombo in Italia. Questo compito l'autrice Silvana Mazzocchi lo ha svolto egregiamente. Il suo è uno scritto preciso, equilibrato, a metà strada fra la ricostruzione storica e il romanzo biografico, a tratti commovente. La figura di Adriana Faranda, per come è descritta, farà meditare molti. Penso che tanti della generazione della protagonista di questa storia vi si potranno rispecchiare, nonostante le scelte diverse, perché quegli anni erano

Visioni notturne al chiaro di Venere

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(Questa cronaca ha ispirato l'omonimo racconto che sarà pubblicato prossimamente). Nascita di Venere Una sera d’inverno, mia moglie e io, procedevamo, attraverso i campi, di ritorno dal santuario della Madonna della Fontana verso il paese. San Nazzaro era sempre lì al suo posto, a poche centinaia di metri percorribili interamente in aperta campagna. Era appena dopo il tramonto e la luce del crepuscolo avrebbe presto lasciato il posto all’oscurità, ma l’orizzonte era diventato una striscia rossa come di fuoco, il sole sotto l’orizzonte faceva ancora giungere gli ultimi bagliori. In alto in cielo, a preannunciare una limpida notte stellata, era sorto Venere, che in quel periodo è ben visibile. Avevo con me la mia Fujifilm e scattai una foto al panorama. Dopo qualche giorno, la riguardai, la modificai leggermente e la pubblicai su Instagram. Dopo circa una settimana la foto aveva raccolto qualche like e fra questi quello di uno studio d’arte di Amburgo. La sua pagina

Un' Odissea. Un padre, un figlio, un'epopea - di Daniel Mendelsohn

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Se i libri dovessero paragonarsi alle bevande questo sarebbe uno di quei brandy reserve da assaporare con estrema lentezza; e se una cara amica non me lo avesse regalato, intuendone l'accostamento con le mie inclinazioni letterarie recenti, difficilmente il libro l'avrei acquistato in libreria, non avendolo trovato, data la scarsa pubblicità che dell'opera era stata fatta. Ma anche se lo avessi visto ben disposto sullo scaffale probabilmente, devo riconoscerlo, sarei passato oltre: chissà perché, forse l'Odissea nel titolo mi avrebbe fuorviato, essendo alla ricerca, anziché dei classici, più del nuovo che dell'antico; sbagliando, evidentemente, perché molto spesso nuovo e antico possono sovrapporsi, come nel caso di questa originale lettura. Un'Odissea. Un padre, un figlio, un'epopea non è dunque un romanzo da leggersi tutto d'un fiato per apprezzarlo come merita. Il cuore della narrazione è il rapporto padre-figlio, ripercorso attraverso il r

"I quarantuno colpi" di Mo Yan | Quando è meglio rifuggire dai piaceri della carne

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Talvolta, senza un’apparente spiegazione, sono proprio i libri che reclamano di essere letti.   E’ il caso di questo “I quarantuno colpi” di Mo Yan, scrittore cinese non dissidente, nato nel 1955 e insignito del Nobel per la letteratura nel 2012. Dico così perché qualche mese fa mi stavo aggirando fra gli scaffali della libreria che sono solito frequentare e mi ero imbattuto in quel titolo. Passai oltre, per nulla incuriosito, ma ritornato poco dopo sui miei passi, mi misi a leggere distrattamente il risvolto di copertina. Importanza dei risvolti e delle quarte di copertina, il libro mi stava richiamando! Nella Cina dei primi anni Novanta, che resta il periodo di massimo fulgore della transizione dall’economia pianificata a quella aperta al mercato sotto la guida di Deng Xiaoping, il giovane Luo Xiaotong decide di rifugiarsi in un tempio abbandonato e diventare il discepolo del grande monaco Lan. Hmm, bene, già la cosa incuriosiva di più. Che cosa sappiamo infatti della Cina

Il corvo e la rosa - Romance tutto humour, quasi un burlesque, di Marilynn St. Claire

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Romanzo molto ma molto divertente, ambientato a metà del XIX secolo nelle Highlands occidentali in Scozia, di un humour a due strati. Il primo strato è quello più ridanciano, forse anche grossolano, ma intelligente e misurato, tipo le scarpinate di Rose nel fango mentre si trascina il suo baule. Il secondo è invece sfumato, tipico British, che ti fa ridere una frazione di secondo dopo, ma quando lo cogli ridi ancora di più. Poi c’è la storia, dai tratti comici, assurdi e grotteschi, quasi burlesque, alla quale non può mancare il lato romance, con tutti i suoi personaggi: il principale, attorno al quale si snoda la vicenda, è Rose; all'inizio lei è solo una giovane sguattera un po’ rozza, ma assai intraprendente, volitiva quanto temeraria e, sembrerebbe, decisamente sexy, ma sì togliamo pure il condizionale, ma poi... Il Conte, che oscilla fra l’antipatico e il tenerone, francamente si meriterebbe di essere ben più maltrattato dalla effervescente protagonista. Seguono gli al

Da Symbiosis a Good Liars la Twins Series prende il volo | di Chiara Kiki Effe

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Da "Symbiosis" a "Good Liars", Chiara Kiki Effe sembra avere imboccato un interessante percorso narrativo con rinnovato vigore che la sta conducendo a traguardi importanti come scrittrice. Ci eravamo abituati alla sua verve romance, ma dopo il primo libro della serie Twins, Symbiosis, con Good Liars l’autrice sorprenderà non poco le sue affezionate lettrici, e questo nonostante il fatto che i due ultimi romanzi, benché vivano di vita autonoma, possono essere visti uno come il sequel dell’altro. Mentre in Symbiosis l’intreccio era incentrato sui legami, simbiotici, fra i personaggi, in Good Liars gli stessi personaggi sono sopraffatti da una realtà ostile che li “costringe?’” a mettere in campo un repertorio di menzogne sempre più raffinate. Symbiosis era un romanzo già intenso con molti personaggi e storie che si dipanavano poco alla volta risolvendosi in un finale denso di suspense. Lo scenario era una New York ammiccante, ma diversa da uno scontato clich

Io sono la preda, quasi un noir ma per palati forti di Anna Pia Fantoni

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Nonostante ci siano tutti gli elementi per un finale da tragedia greca, il romanzo riesce a virare sul lieto fine, che poi è quello che tutti vogliono. Solo che dopo le prime due pagine ci si chiede in che razza di genere siamo finiti: un po’ noir, un po’ thriller, un po’ romance e come abbiamo fatto. Quando si dice la curiosità: un titolo ammiccante una bella copertina, cose così insomma e uno fa download. L’incipit è un colpo allo stomaco, ma non serve il gastroprotettore, ormai te lo sei rovinato, lo stomaco, e il replay viene quasi subito; così ci siamo fatti la conoscenza di Gabriele, depravato schifoso. A questo punto già, se fossi stato un editore, lette le prime pagine, avrei deciso di non pubblicarlo. Certo troppo forte per un pubblico da romance, forse; e non so nemmeno come reagirebbero gli estimatori del noir puro, punterei forse sul thrill, quello c’è. Resto nell’incertezza. Eppure, è scritto bene, mi dico, caspita se è scritto bene, ma che ci fa un libro così nel self-

Ethan - L'angelo del silenzio | di Elizabeth Giulia Grey

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Elizabeth Giulia Grey, con Ethan - L'angelo del silenzio,  apre una finestra su un mondo celato, difficile da avvicinare, quello dell'autismo. Lo fa con un romance, ambientato in California, in un modo lieve e allo stesso tempo intenso. Lieve in quanto rispettoso di questo importante disturbo del neuro sviluppo, di chi ne soffre, e intenso perché i protagonisti si rivelano senza ipocrisie e pietismi nella loro forza e talvolta impotenza, alle prese con un male difficile da accettare. Il racconto è focalizzato sulla figura di Kate, la protagonista, le cui caratteristiche, che il lettore scoprirà, consentono all'autrice di affrontare aspetti insoliti quando si parla di disagio sia fisico che psichico. Kate è una studentessa di psicologia che si trova catapultata per iniziativa dell'università in un'attività per lei imprevista, quello di babysitter a un bimbo affetto da autismo. E' raro, nella vita reale, che questo accada: gli psicologi vivono ge