Rosso come la neve | di Grazia Buscaglia | Storia d'amore anomalo, esclusivo, geloso e di segreti
Rosso come la Neve, come tante
opere di ispirazione autobiografica, può essere letta sotto diverse angolature. C’è
ovviamente la storia della protagonista, Giulia, che in modo sorprendente ci accompagnerà
con dovizia di particolari con i suoi ricordi fin dalla più tenera età
riproponendoci gli anni della sua scuola materna. Ma troviamo anche i richiami
di un periodo della storia italiana fra i più intensi del dopoguerra, quello
che attraversa gli anni del boom economico, gli anni di piombo, gli anni
Novanta e la contemporaneità dell’ultimo decennio con lo scardinamento dei
modelli famigliari tradizionali.
Non tutti riescono in modo tanto
lucido mettere a fuoco vicende, e soprattutto sensazioni che vanno oltre i
singoli accadimenti. L’autrice inizia col presentarci la piccola Giulia, con
quel carattere poco allineato ai cliché dell’epoca e per certi versi nemmeno a
quelli attuali. Ma assieme a Giulia emerge fin da subito l’altro protagonista
della storia, Enrico, l’amico del cuore. Non sarà una storia d’amore, né di
sesso, ma sarà per tutta la vita un legame forte, ben più forte di tante
relazioni matrimoniali. Giulia ed Enrico saranno sempre uno per l’altra e
viceversa, si confideranno, saranno complici, saranno i custodi dei segreti
reciproci, già.... i segreti.
Due vite che attraverseranno le
fasi che tanti giovani di quella generazione hanno conosciuto: le prime
trasmissioni tv, la scoperta del cinema, l’autonomia e la ribellione del post
sessantotto, i cambiamenti sociali, l’aborto vissuto sulla propria pelle, la
lotta armata, gli amori instabili che hanno accompagnato una generazione di
ragazzi inquieti.
Tutto ciò avrà segnato ciascuno
in modo diverso e la storia di Giulia e Enrico offre l’opportunità,
nell’appassionare alle loro vicende, di meditare anche su noi stessi.
Rosso come la neve è la storia
personale di Giulia e quella di Enrico, ma anche quella di Giulia e Enrico
assieme, coppia anomala, segnata dall’egoismo esclusivo, geloso di Giulia, una
storia che si sviluppa e che si manifesterà interamente solo verso la fine,
quando sarà chiaro il significato della frase che raccoglie tutto il senso del
libro: “c’eravamo voluti troppo bene per accettare i nostri difetti e li
avevamo tenuti nascosti, trasformandoli in segreti”. Una frase rivelatrice, che
impone anche al lettore di riconsiderare la propria storia intima, gli ideali e
soprattutto le proprie idealizzazioni, spesso con il senno di poi tanto
ingannevoli.
Dal punto di vista tecnico il
romanzo è ben scritto e congegnato e l’autrice riesce a sostenere il racconto
dall’inizio alla fine mantenendo alto il livello di pathos, nonostante, va
rilevato, una certa propensione al racconto a scapito dei dialoghi che, se
utilizzati in misura maggiore, avrebbero potuto rendere alcune parti del testo
meno didascaliche.
Resta in conclusione un bel
libro, assai coinvolgente, questo esordio di Grazia Buscaglia, che suggerisco
soprattutto a chi ama il genere biografico.
Commenti
Posta un commento