Io sono la preda, quasi un noir ma per palati forti di Anna Pia Fantoni


Nonostante ci siano tutti gli elementi per un finale da tragedia greca, il romanzo riesce a virare sul lieto fine, che poi è quello che tutti vogliono. Solo che dopo le prime due pagine ci si chiede in che razza di genere siamo finiti: un po’ noir, un po’ thriller, un po’ romance e come abbiamo fatto. Quando si dice la curiosità: un titolo ammiccante una bella copertina, cose così insomma e uno fa download. L’incipit è un colpo allo stomaco, ma non serve il gastroprotettore, ormai te lo sei rovinato, lo stomaco, e il replay viene quasi subito; così ci siamo fatti la conoscenza di Gabriele, depravato schifoso. A questo punto già, se fossi stato un editore, lette le prime pagine, avrei deciso di non pubblicarlo. Certo troppo forte per un pubblico da romance, forse; e non so nemmeno come reagirebbero gli estimatori del noir puro, punterei forse sul thrill, quello c’è. Resto nell’incertezza. Eppure, è scritto bene, mi dico, caspita se è scritto bene, ma che ci fa un libro così nel self-publishing? Perché non è edito da una major? Va a sapere. Va a finire che lo pubblico. Ma non sono un editore e decido che ma sì, vado avanti, lo leggo; infatti non mi pento perché mi accorgo dopo poco che è un libro che, se capitasse nel posto giusto, nel talk show giusto, aprirebbe uno di quei dibattiti che non ti dico: dark web, sesso estremo e patologico, stalking, giustizia fai da te.... ce n’è, eh? Bene. Giuditta. La preda è lei, si può dire, tanto lo si capisce subito. Capitano tutte a lei, puro istinto, atteggiamenti imprevedibili e un po’ stupidi, diciamolo, beh, a me ha fatto questa impressione, ecco. Non si capisce come una così riesca a mettere in piedi un’agenzia di successo; d’accordo, c’è lui, c’è sempre un lui, non un eroe in questo caso, fortunatamente una persona normale. Lui mi piace, si chiama Samuele, finalmente un’oasi di pace.  Gli altri personaggi li scoprirete, tutti non secondari, importanti, ben caratterizzati. Il libro l’ho letto in uno stato di apprensione permanente, è per palati forti, non propriamente il mio, io sono per libri tranquilli, psicologici, in cui non succede niente, per riportare il commento di mia moglie che non so fino a che punto possa interessare... Devo dire che il finale però non è all’altezza dell’incipit: è che la vicenda si risolve poi abbastanza velocemente, forse un po’ sbrigativamente raccontata; ed è solo per questo che metto 4 stelle e non 5, che sarebbero poi 4 e mezzo su 5 che mi propone Amazon, se si potesse. Per concludere, chiaramente è un libro che non potrete fare a meno di scorrere perché non ci si può permettere di non sapere come andrà a finire, e lo farete nel più breve tempo possibile, adrenalina permettendo. In questo si vede tutta la maestria dell’autrice, capace di tenere il lettore sulle spine fin dalla prima riga. Chapeau!

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