Un' Odissea. Un padre, un figlio, un'epopea - di Daniel Mendelsohn



Se i libri dovessero paragonarsi alle bevande questo sarebbe uno di quei brandy reserve da assaporare con estrema lentezza; e se una cara amica non me lo avesse regalato, intuendone l'accostamento con le mie inclinazioni letterarie recenti, difficilmente il libro l'avrei acquistato in libreria, non avendolo trovato, data la scarsa pubblicità che dell'opera era stata fatta. Ma anche se lo avessi visto ben disposto sullo scaffale probabilmente, devo riconoscerlo, sarei passato oltre: chissà perché, forse l'Odissea nel titolo mi avrebbe fuorviato, essendo alla ricerca, anziché dei classici, più del nuovo che dell'antico; sbagliando, evidentemente, perché molto spesso nuovo e antico possono sovrapporsi, come nel caso di questa originale lettura.
Un'Odissea. Un padre, un figlio, un'epopea non è dunque un romanzo da leggersi tutto d'un fiato per apprezzarlo come merita. Il cuore della narrazione è il rapporto padre-figlio, ripercorso attraverso il racconto delle avventure di Ulisse. E' al tempo stesso una rilettura attualizzata del poema omerico, che tutti noi avremmo certamente incontrato, chi più chi meno, nel corso degli studi scolastici, in questo caso filtrata attraverso una (rozza?) sensibilità americana, assai pragmatica e fuori dalle righe.
Si tratta in definitiva di un'attualizzazione del poema omerico vista con gli occhi degli studenti, dalle acute osservazioni, del padre di Mendelsohn, e con quelli dei ricordi di vita famigliare del narratore, professore universitario di lettere classiche, diremmo noi.
Il romanzo alterna la riproposizione di scene tratte dal poema epico con i ricordi del figlio narratore che ripercorrono un contrastato rapporto con la figura paterna, in cui non mancano insoddisfazioni e incomprensioni reciproche.
L'Odissea diventa un pretesto letterario per riproporre un nuovo tipo di ritorno a Itaca, quello fra le braccia di un padre morente che alla fine risulterà compreso sia pure nel ricordo e nel rimpianto delle tante occasioni di amore non manifestate nel corso della vita.
Il libro si presta ovviamente a diversi piani di lettura, ad esempio sarà molto interessante ripercorrere il viaggio di Ulisse, quello vero, interrogandoci sulla vicenda e sulle scelte letterarie di Omero, quasi come si trattasse di analizzare un racconto moderno; riprendere con risvolti originali antiche questioni dibattute da specialisti e uscirne spiazzati dalle soluzioni ferocemente intelligenti degli allievi di Mendelsohn. In definitiva, siamo di fronte a una lettura che risulterà interessante per conoscere una volta di più il poema che alla fine apparirà di una modernità straordinaria, dando ragione alla mia amica la quale, donandomelo, doveva aver fatto uno strappo alla sua convinzione secondo cui tutto era ormai in questo mondo già stato scritto.

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