Da Symbiosis a Good Liars la Twins Series prende il volo | di Chiara Kiki Effe




Da "Symbiosis" a "Good Liars", Chiara Kiki Effe sembra avere imboccato un interessante percorso narrativo con rinnovato vigore che la sta conducendo a traguardi importanti come scrittrice. Ci eravamo abituati alla sua verve romance, ma dopo il primo libro della serie Twins, Symbiosis, con Good Liars l’autrice sorprenderà non poco le sue affezionate lettrici, e questo nonostante il fatto che i due ultimi romanzi, benché vivano di vita autonoma, possono essere visti uno come il sequel dell’altro.
Mentre in Symbiosis l’intreccio era incentrato sui legami, simbiotici, fra i personaggi, in Good Liars gli stessi personaggi sono sopraffatti da una realtà ostile che li “costringe?’” a mettere in campo un repertorio di menzogne sempre più raffinate.
Symbiosis era un romanzo già intenso con molti personaggi e storie che si dipanavano poco alla volta risolvendosi in un finale denso di suspense. Lo scenario era una New York ammiccante, ma diversa da uno scontato cliché e dunque inconsueta, come del resto assai originale era l’intero romanzo, con sequenze, scene e pagine sempre sorprendenti, una suspence da thrilling, con il personaggio di Sarah che catalizzava tutti gli altri altalenandosi fra thrill e romance agevolmente ed un finale che poteva lasciare intendere che il discorso non fosse finito lì.
In Good Liars il romance cede decisamente il passo al romantic suspence, genere che nasce dal rosa, ma che evolve molto più in profondità, nell’intrigo, nel mistero o nel giallo. In Good Liars sicuramente prevale l’intrigo, condito con una buona dose di menzogne, da qui il titolo occhieggiante agli onnipresenti Imagine Dragons, le cui liriche ispiratrici aprono tutti i capitoli. Menzogne che vengono distribuite come il prezzemolo un po’ fra tutti i personaggi fino al punto da domandarsi, nel corso della lettura, se la verità debba per forza essere sempre nascosta. Ma quando si è tanto abituati a mentire anche la verità pura e innocua può fare paura al punto dall’essere evitata e sostituita con una menzogna addirittura più complicata da sostenere. Contraddizioni da mentitori scafati. Sicuramente questo aspetto dell’uso della menzogna come arma quotidiana delle relazioni fa riflettere, almeno, per me è stato così. La storia ripropone alcuni aspetti del precedente Symbiosis, e sicuramente quanti lo avessero precedentemente letto si districheranno agevolmente nella psicologia e in alcune dinamiche dei personaggi. Ma non necessariamente. Chiara Kiki Effe vuole dare a Good Liars una propria indipendenza narrativa e ci riesce alla perfezione.
La vicenda si snoda mettendo a dura prova le capacità relazionali dei personaggi. Al centro della vicenda ancora Sarah, con un Sebastian più distante: fra i due li governa la fiducia reciproca; poi abbiamo Tyler e Sebastian e ancora una volta Tyler sarà un aiuto fondamentale per il fratello. Tyler è capace di sostenere gli altri, ma incapace di badare sentimentalmente a se stesso. Abbiamo infatti il gemello alle prese con Iris, la donna della sua vita, (ma sarà davvero così?) assieme alla quale si trova invischiato in una situazione che mette sostanzialmente a nudo le reciproche contraddizioni. I due dovranno districarsi con il futuro, un futuro subdolo che rompe le uova nel paniere e che fa emergere la sostanziale immaturità della coppia.
Infine, abbiamo il risolutore finale, il doppiogiochista per eccellenza, probabilmente il più bravo fra tutti i mentitori, vero good liars, colui che risolve l’intrigo e che nella migliore tradizione dei romantic suspence sarebbe il coronamento finale di una storia d’amore. Sappiamo però che Chiara Kiki Effe rifugge dai cliché sicché si vedrà come va a finire.
Rispetto a Symbiosis, il linguaggio è più snello, più efficace, più adatto al genere suspence. Anche in Good Liars l’interazione fra i gemelli è molto importante, mentre vedremo Sarah ancora alle prese con le sabbie mobili del suo conturbante passato, un passato che ritorna contro la sua volontà.
Last but not least, come ulteriore nota di merito per l’autrice, da segnalare in modo particolare il difficile tema della paraplegia, affrontato nei due romanzi in modo eccellente: un tema ostico che l’autrice sa integrare ancora in questo nuovo racconto con naturalezza,  in modo attento e rispettoso in tutta la Twins Series.
Siamo certi che Good Liars non deluderà il lettore più esigente. Arrivederci alla prossima!


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