Quando riaffiorano i ricordi perduti | Due storie parallele di Letizia Sebastiani e Gina Marcantonini






Oggi propongo due storie che collocherei nel genere Urban fantasy, un romanzo e un racconto, lette recentemente proprio una in fila all'altra e che, casualmente, si focalizzano, pur con modalità differenti, sull’aspetto intimo del ricordo. La coincidenza è di per sé già interessante.
Si tratta de "Il Memoriae" di Letizia Sebastiani e  "La Reviviscenza di Ania" di Gina Mercantonini.

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Nel romanzo di Letizia Sebastiani, che si situa in un futuro ravvicinato e plausibile, è la tecnologia a proporre il Memoriae, un bracciale che è capace di riportare la persona che lo indossa a rivivere ricordi e situazioni del passato come davanti a uno schermo cinematografico, facendo riaffiorare quei dettagli che l’occhio aveva visto, ma il cervello o noi avevano smarrito nell’inconscio. 
Enormi sono le implicazioni di uno strumento del genere nelle indagini di polizia, soprattutto nella soluzione di casi irrisolti, fra cui quello di un serial killer cacciatore di anime. 
Sì, anime. Proprio così. Ma qualcosa andrà storto e sorgeranno problemi con l’uso dello strumento che nel frattempo è diventato una specie di oggetto cult destinato al mercato libero.
L’impasto fra tecnologia, soprannaturale e polizia romana è insolito e divertente pur non mancando nel romanzo momenti di forte drammaticità che l’autrice sa calibrare con maestria.
Lettura consigliabile che si inserisce nel filone fantasy dell'autrice.

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Il racconto breve di Gina Marcantonini, "La Reviviscenza di Ania",  si muove invece su un altro piano, più di tipo esistenziale.
L’ incipit è crudo, come un epilogo a conclusione della storia che verrà e dunque spiazzante. Il racconto prende spunto dal morso di una vedova nera e conseguente shock anafilattico a causa del quale la vittima, la ragazzina Ania, riesce a ricordare il trauma subito da piccola. Ed è proprio l’aracnide velenoso il personaggio chiave che aiuterà Ania a tessere la ragnatela dei ricordi.
Ricordi angosciosi che emergono da uno stato di assenza o incoscienza simile alla condizione di premorte e che sfociano in una nuova vita, una reviviscenza, nella quale anche il male subito trova una chiave di lettura più forte di qualsiasi sentimento di vendetta.
Ho chiesto all’autrice come le fosse venuta l’idea, cosa l’avesse ispirata. Così ha risposto.
“L’ agenzia letteraria cui avevo affidato alcuni miei libri mi chiese di scrivere un breve fantasy per adulti. Io al tempo autrice di libri per bambini e ragazzi, non sapevo se ne fossi stata in grado.
La notte sognai quella storia che scrissi d'impeto in due giorni, e solo mesi dopo ne compresi il reale significato.
Capii che Ania ero io, che la simbologia del ragno che tesse le scelte delle nostre esistenze è stata sempre molto forte nella mia vita e che, da bambina violata, era una mia responsabilità decidere cosa fare con le pietre del mio vissuto. Ecco perché, nei mesi successivi decisi che sarebbe nato il libro di Ania come lo si può leggere ora e la sua "reviviscenza".”
Il racconto, pur essendo una lettura breve, è assai intenso, intimamente coinvolgente, di quelli che restano nel profondo e fanno pensare. Da leggere.


Commenti

  1. Grazie immensamente per questa recensione. Molto interessante anche l'altro libro.

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