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Un' Odissea. Un padre, un figlio, un'epopea - di Daniel Mendelsohn

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Se i libri dovessero paragonarsi alle bevande questo sarebbe uno di quei brandy reserve da assaporare con estrema lentezza; e se una cara amica non me lo avesse regalato, intuendone l'accostamento con le mie inclinazioni letterarie recenti, difficilmente il libro l'avrei acquistato in libreria, non avendolo trovato, data la scarsa pubblicità che dell'opera era stata fatta. Ma anche se lo avessi visto ben disposto sullo scaffale probabilmente, devo riconoscerlo, sarei passato oltre: chissà perché, forse l'Odissea nel titolo mi avrebbe fuorviato, essendo alla ricerca, anziché dei classici, più del nuovo che dell'antico; sbagliando, evidentemente, perché molto spesso nuovo e antico possono sovrapporsi, come nel caso di questa originale lettura. Un'Odissea. Un padre, un figlio, un'epopea non è dunque un romanzo da leggersi tutto d'un fiato per apprezzarlo come merita. Il cuore della narrazione è il rapporto padre-figlio, ripercorso attraverso il r

"I quarantuno colpi" di Mo Yan | Quando è meglio rifuggire dai piaceri della carne

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Talvolta, senza un’apparente spiegazione, sono proprio i libri che reclamano di essere letti.   E’ il caso di questo “I quarantuno colpi” di Mo Yan, scrittore cinese non dissidente, nato nel 1955 e insignito del Nobel per la letteratura nel 2012. Dico così perché qualche mese fa mi stavo aggirando fra gli scaffali della libreria che sono solito frequentare e mi ero imbattuto in quel titolo. Passai oltre, per nulla incuriosito, ma ritornato poco dopo sui miei passi, mi misi a leggere distrattamente il risvolto di copertina. Importanza dei risvolti e delle quarte di copertina, il libro mi stava richiamando! Nella Cina dei primi anni Novanta, che resta il periodo di massimo fulgore della transizione dall’economia pianificata a quella aperta al mercato sotto la guida di Deng Xiaoping, il giovane Luo Xiaotong decide di rifugiarsi in un tempio abbandonato e diventare il discepolo del grande monaco Lan. Hmm, bene, già la cosa incuriosiva di più. Che cosa sappiamo infatti della Cina

Il corvo e la rosa - Romance tutto humour, quasi un burlesque, di Marilynn St. Claire

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Romanzo molto ma molto divertente, ambientato a metà del XIX secolo nelle Highlands occidentali in Scozia, di un humour a due strati. Il primo strato è quello più ridanciano, forse anche grossolano, ma intelligente e misurato, tipo le scarpinate di Rose nel fango mentre si trascina il suo baule. Il secondo è invece sfumato, tipico British, che ti fa ridere una frazione di secondo dopo, ma quando lo cogli ridi ancora di più. Poi c’è la storia, dai tratti comici, assurdi e grotteschi, quasi burlesque, alla quale non può mancare il lato romance, con tutti i suoi personaggi: il principale, attorno al quale si snoda la vicenda, è Rose; all'inizio lei è solo una giovane sguattera un po’ rozza, ma assai intraprendente, volitiva quanto temeraria e, sembrerebbe, decisamente sexy, ma sì togliamo pure il condizionale, ma poi... Il Conte, che oscilla fra l’antipatico e il tenerone, francamente si meriterebbe di essere ben più maltrattato dalla effervescente protagonista. Seguono gli al

Da Symbiosis a Good Liars la Twins Series prende il volo | di Chiara Kiki Effe

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Da "Symbiosis" a "Good Liars", Chiara Kiki Effe sembra avere imboccato un interessante percorso narrativo con rinnovato vigore che la sta conducendo a traguardi importanti come scrittrice. Ci eravamo abituati alla sua verve romance, ma dopo il primo libro della serie Twins, Symbiosis, con Good Liars l’autrice sorprenderà non poco le sue affezionate lettrici, e questo nonostante il fatto che i due ultimi romanzi, benché vivano di vita autonoma, possono essere visti uno come il sequel dell’altro. Mentre in Symbiosis l’intreccio era incentrato sui legami, simbiotici, fra i personaggi, in Good Liars gli stessi personaggi sono sopraffatti da una realtà ostile che li “costringe?’” a mettere in campo un repertorio di menzogne sempre più raffinate. Symbiosis era un romanzo già intenso con molti personaggi e storie che si dipanavano poco alla volta risolvendosi in un finale denso di suspense. Lo scenario era una New York ammiccante, ma diversa da uno scontato clich

Io sono la preda, quasi un noir ma per palati forti di Anna Pia Fantoni

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Nonostante ci siano tutti gli elementi per un finale da tragedia greca, il romanzo riesce a virare sul lieto fine, che poi è quello che tutti vogliono. Solo che dopo le prime due pagine ci si chiede in che razza di genere siamo finiti: un po’ noir, un po’ thriller, un po’ romance e come abbiamo fatto. Quando si dice la curiosità: un titolo ammiccante una bella copertina, cose così insomma e uno fa download. L’incipit è un colpo allo stomaco, ma non serve il gastroprotettore, ormai te lo sei rovinato, lo stomaco, e il replay viene quasi subito; così ci siamo fatti la conoscenza di Gabriele, depravato schifoso. A questo punto già, se fossi stato un editore, lette le prime pagine, avrei deciso di non pubblicarlo. Certo troppo forte per un pubblico da romance, forse; e non so nemmeno come reagirebbero gli estimatori del noir puro, punterei forse sul thrill, quello c’è. Resto nell’incertezza. Eppure, è scritto bene, mi dico, caspita se è scritto bene, ma che ci fa un libro così nel self-

Ethan - L'angelo del silenzio | di Elizabeth Giulia Grey

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Elizabeth Giulia Grey, con Ethan - L'angelo del silenzio,  apre una finestra su un mondo celato, difficile da avvicinare, quello dell'autismo. Lo fa con un romance, ambientato in California, in un modo lieve e allo stesso tempo intenso. Lieve in quanto rispettoso di questo importante disturbo del neuro sviluppo, di chi ne soffre, e intenso perché i protagonisti si rivelano senza ipocrisie e pietismi nella loro forza e talvolta impotenza, alle prese con un male difficile da accettare. Il racconto è focalizzato sulla figura di Kate, la protagonista, le cui caratteristiche, che il lettore scoprirà, consentono all'autrice di affrontare aspetti insoliti quando si parla di disagio sia fisico che psichico. Kate è una studentessa di psicologia che si trova catapultata per iniziativa dell'università in un'attività per lei imprevista, quello di babysitter a un bimbo affetto da autismo. E' raro, nella vita reale, che questo accada: gli psicologi vivono ge

Fra i migranti, pagine di disperazione quotidiana

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Una nave, tra la neve di Alessandra Gaballo, è una breve raccolta di situazioni quotidiane e disperate, così come si presentano agli occhi di una volontaria che lavora in un centro di raccolta di migranti, appena sbarcati sulle coste del sud Italia o costretti ad un lavoro che ricorda più quello dei campi di concentramento che non un paese civile della civile Europa  all'alba del terzo millennio. Lo stile della Gaballo non è certo del genere strappalacrime, si intravvede   l'esperienza di chi si spreme facendo un lavoro ingrato ma utile a tante donne, bambini, uomini spaesati, ma tutti speranzosi di un futuro migliore. E' una lettura tutto sommato raccomandabile a quanti hanno idee precise sull'immigrazione senza essersi mai sporcati davvero le mani. Forse le confermeranno, forse le cambieranno, certamente saranno costretti a guardare con occhi diversi le storie soltanto immaginate o, forse, rifiutate. Dai racconti e dalle descrizioni di luoghi e persone è a