"Nei sogni ritornano" di Ariela Tasca | Chi ha vissuto vivrà



A percorrere a Biella, un po’ fuori dal trambusto della città,  il bel viale dei Tigli si arriva al cimitero. 

E proprio lì Ariela Tasca ha ambientato un romanzo dai toni delicati, semplice e profondo al tempo stesso. 

Quanti avranno letto il noto best seller di Valerie Perrin coglieranno subito una certa assonanza tra le protagoniste dei due romanzi. E ad essere sincero la prima cosa che ho pensato dopo aver scorso le pagine iniziali del romanzo della Tasca è che all’autrice non abbia fatto difetto una buona dose di coraggio per muoversi su un terreno che a dirsi minato sarebbe ancora poco.

Ma a ben guardare, la Diamante di “Nei sogni ritornano” ha poco da spartire con la Violette di “Cambiare l’acqua ai fiori” se non il fatto di gestire un’attività al cimitero. 

In questo caso la prima impressione non è quella che conta: un concetto che nel romanzo, fra l’altro, costituisce un messaggio non del tutto secondario. Lo vedremo.

In questo libro Ariela Tasca ha scritto una storia che rende omaggio alla memoria dei trapassati comuni, di quelli le cui vite furono normali. 

Una volta al cimitero sei a posto, puoi stare tranquillo, si dice, nessuno ti disturberà.

Macché, va che dopo tot anni, anche tanti, le tombe si svuotano, le salme vengono riesumate, perché lo spazio è quello che è e bisogna lasciare il posto ad altri defunti. E se il caro estinto non ha parenti ad occuparsi dei resti mortali, le ossa finiscono in una fossa comune e tanti saluti. Di essi nessuno più si ricorderà. Come non fossero mai esistiti sulla faccia della terra. Eppure, erano persone come noi, con passioni, progetti, amori, sofferenze. C'era chi li amava, o persone alle quali volevano bene. Possibile che tutto debba scomparire nell’oblio? Preservare dunque il ricordo dei trapassati: attorno a questa idea ruota il romanzo.

Diamante è una giovane donna, gestisce una rivendita di fiori proprio sul piazzale del cimitero e questo le consente di conoscere i tanti frequentatori abituali. Non ha un passato sofferto e oscuro. E’ una persona istintiva, irruente, un po’ facile all’ira, ma proiettata verso il futuro, e dotata di un certo senso dell’umorismo quando si sente messa alle corde.

La troviamo alle prese con Tony il guardiano “non c’è fatto che il vecchio Tony non conosca” che sembra sapere proprio tutto di tutti, ovviamente, purché defunti. Come faccia a conoscere tanti dettagli, come ad esempio che la piccola Diletta venne sepolta con la sua bambola, e tante altre cose anche a distanza di un secolo dalla sepoltura, non si sa; è un segreto che a poco a poco rivelerà proprio a Diamante.

D’altra parte, sarà Diamante a completare con nuovi particolari le storie degli stessi defunti sorprendendo lo stesso Tony, ma se il titolo del romanzo vi dice qualcosa avrete già colto come ci riuscirà.

“Nei sogni ritornano” è dunque sì un libro sulla memoria ma con un pizzico di magia che induce al sorriso e alla riflessione.

E’ anche un libro sulle apparenze, dicevamo, su quelle cose che sembrano essere in un modo e invece, al di là delle prime impressioni, spesso superficiali, che magari si trascinano per anni, si rivelano completamente diverse. 

Diamante dovrà riconoscerlo al punto da rivoluzionare completamente il proprio futuro, dapprima rivalutando la “missione” di Tony fino a eleggerlo il proprio mentore, il custode della memoria, senza la quale le vite dei trapassati sembrano concludersi nell’oblio.

Ma soprattutto rivaluterà Désir, il bel corriere un po’ cafone che porta i fiori al chiosco di Diamante. Divertenti le battute sarcastiche fra i due che contribuiscono a dare un tono leggero a tutto il romanzo. E sarà proprio grazie a Désir che la nonna di Diamante rivelerà alla nipote un'appassionata storia d’amore di gioventù. 

Per concludere, il romanzo di Ariela Tasca è un bel libro, scritto bene, che cresce pagina dopo pagina per originalità, forza e freschezza. Da leggere.

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