Emilia l'elefante, romanzo anomalo di Arto Paasilinna

Ebbene, questo Emilia l’elefante di Arto Paasilinna mi stava davvero deludendo assai: alla pagina cinquanta ero lì lì per abbandonarlo, questa volta Arto non mi stava proprio prendendo, per niente. Già l’idea di scrivere una storia su di un elefante, mi aveva lasciato interdetto vedendo il libro lì sullo scaffale della Libreria La Talpa fra gli ultimi arrivi. Ma la curiosità era tale che lo acquistai. E non era nemmeno il suo ultimo romanzo perché prima di morire ne aveva scritti altri quattro che probabilmente Iperborea pubblicherà nei prossimi dieci anni, visto che la storia del pachiderma è datata 2005 e la pubblicazione in italiano del 2018. Ma poi, alla pagina 50 mi dico, ma come si fa a non terminare un libro di Paasilinna? Dopo tutti quelli che avevo letto… sarebbe un affronto alla memoria. No no no, come omaggio al grande scrittore decido di continuare. E allora passo alla pagina successiva e poi quella dopo e quella dopo ancora e…. e cosa succede dopo la cinquantesima pagina? Nulla, niente, niente di niente, o meglio, il libro continua esattamente come prima, ma a poco a poco qualcosa cambia; solo che il cambiamento non è nella storia, quella è già sufficientemente delineata fin dalla prima pagina nella sua improbabile pazzia. No, quello che cambia è in me che sto leggendo. E’ che comincio a domandarmi: ma che razza di mondo è dove due giovani donne rubano nottetempo quintalate di foraggio da dar mangiare alla bestia e il proprietario non le denuncia, ma anzi le va a trovare con ancora altro foraggio? Dove la bestia distrugge il tetto di un cascinale e i suoi accompagnatori si offrono di ricostruirlo gratis in piena armonia con chi aveva subito il danno? Dove la moglie dell'agricoltore che ospita il pachiderma lascia che il marito accompagni la giovane e bella stella del circo in groppa ad Emilia per mezza Finlandia? Dove le infedeltà coniugali si ripianano, sì venendo un po’ alle mani, più per necessità che per convinzione, e alla fine finiscono a tarallucci e vino? Dove la stella del circo si sposa e defunge e poi si risposa con il suo nuovo accompagnatore? Dove vedovo e nuovo marito, peraltro già sposato, si ritrovano e divengono amici? E così via… Ma qui siamo ancora sulla Terra o già in un simulacro di Paradiso dove sono bandite meschine gelosie, cattiverie, vendette e tutti i problemi si risolvono con pacatezza e leggerezza? e, naturalmente, e se lo si apprezza, quasi impercettibile, senza nemmeno farsi mancare il rassicurante humor dalle eteree sfumature tipiche dello scrittore finlandese? Che i finlandesi fossero un po’ originali, questo, avendoli un tantino frequentati, già lo potevo immaginare, ma in questo romanzo essi raggiungono vette eccelse. Insomma, alla fine questo Emilia l’elefante mi è piaciuto tantissimo. Forse non lo consiglierei a quanti si volessero accostare a Paasilinna per la prima volta; questo forse no... ma ora dovete sapere che mi sto rileggendo le prime cinquanta pagine per recuperare tutto il piacere e i sorrisi che mi sono perso prima.


Commenti

Post popolari in questo blog

Ray Donovan, sláinte a tutto il male che c’è.

L'ultima dei Neanderthal

"Nei sogni ritornano" di Ariela Tasca | Chi ha vissuto vivrà