Post

Visualizzazione dei post da 2024

L'aquila oltre il fiume | di Davide Bernardin

Immagine
L’Aquila oltre il fiume continua la saga transatlantica cominciata con Quella casa in fondo alla pianura di cui è il sequel ( recensione su questo blog del 29 agosto 2022 ). Mentre il primo libro era focalizzato soprattutto sulla fine dello schiavismo negli stati del sud degli Stati Uniti con l’ardua emancipazione della famiglia di Daniel, il secondo volume appare più incentrato sulle vicende della famiglia dell’amico Goffredo durante l'avvento del Fascismo a Bologna. Inoltre, una parte significativa del racconto è localizzata nella zona di Primiero, con un pizzico di thrilling a causa della presenza nelle valli e sui monti di un omicida che terrorizza gli abitanti. Il libro mantiene linee narrative alternate fra Bologna, la Louisiana e Londra, in modo da seguire le vicissitudini dei personaggi già conosciuti nel primo libro. Lo sforzo di coesione storica dell’autore è notevole, perché siamo di fronte a un romanzo corale che si sviluppa nel periodo intercorso fra le due guerre mo...

“Disclaimer", thriller psicologico di vendetta | Conversazione con la IA Sibilla

Immagine
“Qualsiasi analogia con persone vive o scomparse non è puramente casuale”. Grazie a questo disclaimer all’incontrario, posto all’inizio di un romanzo, la vita di Catherine, Robert e del figlio Nicholas viene completamente sconvolta. Eventi che Catherine avrebbe voluto nascondere o meglio dimenticare per sempre riemergono dal passato ed esplodono nella vita di una coppia di genitori in carriera con effetti dirompenti e distruttivi. "Disclaimer - la vita perfetta", di produzione anglo-americana, è la migliore serie tv che abbia visto quest’anno, e oserei dire una delle migliori di sempre, assolutamente travolgente, impetuosa, incontenibile perché smuove tutte le correnti empatiche a disposizione dello spettatore. È un thriller psicologico di vendetta in cui la parola perdono, che forse sarebbe la chiave risolutiva, appare assente, sconosciuta, improponibile, assurda.  Catherine è Kate Blanchett, assolutamente splendida, Stephen il suo persecutore antagonista è  Kevin Kline, imp...

Sette papiri e una mezza delusione

Immagine
I l secondo libro del primo dei due cicli egizi dello scrittore sudafricano di origini britanniche Wilbur Smith parrebbe il sequel del primo libro “Il Dio del fiume” ove si narrano le gesta dello scriba ed eunuco Taita, della bella regina Lostris, del faraone Mamose nonché di Tanus, amante segreto della regina. E invece no. A parte i riferimenti ai personaggi, il libro è più uno spin off e si svolge interamente ai giorni nostri. Del romanzo, pubblicato nel 1995, salvo il finale, diciamo le ultime cento pagine su 500 e passa, davvero avvincenti, in cui non mancano colpi di scena. Ma Willbur Smith purtroppo ci regala talvolta anche passaggi non essenziali, che in questo libro abbondano: minuziose descrizioni, anche tecniche, hanno appesantito la lettura non di poco. La vicenda riguarda la ricerca della tomba e del tesoro del faraone Mamose. C’è una coppia di archeologi: l’inglese Nicholas Harper e l’anglo egiziana neo vedova e bellissima Royan Al Simma - immaginare come va a finire fra i...
Immagine
Di libri tanto divertenti come “Cupido into the Wild ché la diritta via era smarrita” è raro trovarne in circolazione. A ogni riga c’è uno spunto che sorprende per arguzia, semplicità e humor.   Un umorismo particolare quello dell’autrice Annabella Di Vita alla quale la fantasia letteralmente straborda, come pure il senso dell’assurdo, che riversa in gran quantità nelle pagine, a volte con una vena di malinconia, che non saprei bene come classificare.  Leggendo le traversie dell’angelo Cupido, finito addirittura vittima del sistema sanitario siculo, di volta in volta mi sono venuti alla mente tratti di Mr Bean, il "Porca Vacca" di David Duchovny , le interviste beffarde di Philomena Cunk, un pizzico di Douglas Adams (quello della Guida Galattica), ma l’umorismo dell’autrice è ancora di un altro genere, questo per dire l’originalità del libro. C’è un antefatto. Il giovane Cupido è indisciplinato e per punizione viene incaricato dai pezzi grossi del Paradiso di scendere sulla T...

DARK MATTER, LA MINISERIE QUANTISTICA DA VEDERE

Immagine
Ho appena finito di vedere DARK MATTER , miniserie di fantascienza statunitense in nove episodi tratta dall’omonimo romanzo di Blake Crouch e diffusa da Apple TV+, piattaforma alla quale sono recentemente approdato. La serie affronta il tema del multiverso, argomento ormai ampiamente presente nelle fiction di genere fantascientifico, ma all’epoca del libro di Crouch, uscito nel 2016, poteva essere quasi una novità. Jason Dessen, che per comodità chiameremo Jason A, è un tranquillo insegnante di fisica di Chicago, con una moglie e un figlio, che viene trasportato da Jason B a una versione alternativa della propria esistenza, quella appunto di Jason B. Jason B vuole appropriarsi degli affetti di Jason A ai quali aveva rinunciato per amore di carriera. Jason A cercherà in tutti i modi di tornare alla vita di prima e impedire che la versione alternativa di sé danneggi la propria famiglia. L’espediente che consente a Jason B di intrufolarsi nella vita di Jason A è un marchingegno che viene ...

The Woman in the Wall | Se il convento diventa prigione

Immagine
Ho appena terminato la visione di  The Woman In The Wall (La donna nel muro),  miniserie televisiva anglo-statunitense in sei episodi, ideata da Joe Murtagh e diretta da Harry Wootliff e Rachna Suri, in questi giorni disponibile sul portale Paramount+. Le case Maddalena sono stati istituti femminili sorti in Irlanda attorno al 1765 allo scopo di educare ragazze orfane, ragazze rimaste incinte o madri, o giovani ritenute immorali per via della loro condotta considerata peccaminosa, e per questo rinnegate dalla loro famiglia, o, come in Inghilterra, giovani prostitute. Il contesto sociale riteneva moralmente accettabile che per espiare le loro " colpe " le ragazze e le giovani donne venissero inviate presso conventi devoti a Maria Maddalena, da qui la denominazione Case Magdalene appunto, ove venivano impiegate soprattutto come lavandaie non retribuite. Inoltre,  il clima di sottomissione e isolamento nel quale le giovani erano costrette a vivere fungeva spesso da paravent...