Il cambiamento fra logica e paradosso - C'è una strada per uscire dalla crisi?


Spesso si verificano situazioni nelle quali nonostante tutti gli sforzi e (sic) i sacrifici che vengono richiesti, i problemi non solo non si risolvono, ma anzi si aggravano. Un esempio potrebbe essere proprio quello dell'attuale crisi finanziaria globale, più speculazione viene curata con sempre maggiore immissione di denaro nel sistema, ma questa immissione, anziché risolvere il problema, sembra alimentarlo, da qui: più denaro, più speculazione, ancora più denaro, ancora più speculazione, ecc. in un vortice inarrestabile.
Occorrerebbe una soluzione, ma che soluzione? come si arriva alla soluzione? come cambiare la situazione? Il problema non è affatto nuovo.


Paul Watzlawick, professore di psichiatria alla Standford University e ricercatore alla Mental Institute di Palo Alto, assieme ai colleghi John H. Weakland e Richard Fish pubblicarono nel 1974 una  celebre teoria del cambiamento "The Change" edito in Italia da Astrolabio.

Nonostante la data di pubblicazione non sia più attualissima, si tratta di una lettura estremamente interessante, per quanto il libro non sia facile di primo acchito e richieda un certo impegno e reale motivazione  del lettore.
Si presenta come  un breviario di tecniche per risolvere i problemi umani e per imparare a non crearli, fornendo modelli di cambiamento per un mondo dove abitualmente plus ça change plus c'est la même chose.
L'approccio degli autori  per teorizzare il cambiamento prende ad oggetto il cambiamento stesso, vale a dire l'insieme delle soluzioni che solitamente vengono individuate per attuare il cambiamento, per accertare sia come si verifica spontaneamente sia come si possa provocarlo. Il percorso non è dalla teoria alla pratica, ma dalla pratica alla teoria. Per quanto gli autori siano degli psicoterapeuti essi avvertono che i principi da loro individuati possono anche valere per i grandi sistemi sociali e le relazioni internazionali e aprono così un discorso con un pubblico più vasto di quello degli psicoterapeuti, cioè con tutti coloro che non sono affatto disposti ad accettare lo stato attuale delle cose.

In estrema sintesi il succo del discorso è questo: le soluzioni a problemi complessi si manifestano quando vengono modificate le dinamiche di relazione fra i soggetti che agiscono sulla scena del problema determinando la situazione problematica apparentemente irrisolvibile, ma che deve essere modificata; spesso la soluzione si manifesta mediante "trovate" irrazionali, spiazzanti, che mettono in crisi i comportamenti dei soggetti e determinano di fatto una diversa situazione. Spesso le soluzioni derivano da espedienti paradossali, il paradosso è un elemento strategico, quasi irrinunciabile ed è per questo che le soluzioni ai problemi sono difficili da individuare.

Il libro si apre con un esempio a tale riguardo che rende bene l'idea:

" Quando Margareta Maultasch, duchessa del Tirolo, fece accerchiare nel 1334 il castello di Hochosterwitz, in Carinzia, sapeva benissimo che la fortezza, situata su una rupe fortemente scoscesa che si ergeva alta sulla valle, era inespugnabile con un assalto diretto e  avrebbe ceduto soltanto dopo un lungo assedio. Giunse il giorno in cui la situazione dei difensori si fece critica: tutto ciò che restava delle loro provviste era un bue e due sacchi d'orzo. Ugualmente pressante, anche se per ragioni diverse, stava però diventando pure la situazione di Margareta: sembrava che l'assedio non dovesse finire mai; e le sue truppe, di cui aveva urgente bisogno per impiegarle altrove, cominciavano ad essere indisciplinate. A questo punto il comandante del castello decise un'azione disperata che ai suoi uomini deve essere sembrata un gesto di pura pazzia: fece macellare l'ultimo bue, con l'orzo che restava gli fece riempire la cavità addominale, e ordinò che la carcassa venisse gettata lungo i ripidi pendii della rupe in un prato antistante al campo nemico. Dopo aver ricevuto questo beffardo messaggio, la duchessa si scoraggiò e tolse l'assedio, allontanandosi con le sue truppe."

Non che il buon senso e la ragione non possano altrettanto suggerire ottime soluzioni, tuttavia occorre riconoscere che è assai frustrante fare del proprio meglio, nel senso suggerito dalla logica, e poi vedere le cose andare di male in peggio: quando è così, forse, occorre cambiare strategia e pensare in modo da "rivoluzionare" la prospettiva.

The Change è da intendersi senz'altro come stimolo per andare oltre e, nel contempo, un metodo  per razionalizzare il problema e guidare i soggetti a trovare la strada in direzione del cambiamento desiderato.

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