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Il gap democratico di M5S

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L'esercizio della democrazia interna nelle organizzazioni politiche è un problema piuttosto diffuso, riguarda il Pdl (ricordare il caso Fini), il Pd stesso, e che dire del sindacato? personalmente, dopo  trentacinque anni di lavoro e – altrettanti - di iscrizione ad uno dei maggiori sindacati nazionali non ho mai partecipato ad una vera e propria consultazione per eleggere i miei rappresentanti, per me resta ancora oggi mistero come vengano decise le candidature sindacali. Nel caso di M5S la questione democratica viene spesso sollevata da partiti concorrenti, giornalisti televisivi, ecc., ma essa non riguarda essenzialmente solo quel Movimento, questo dovrebbe essere chiaro a tutti. Il problema però non va sottovalutato. Il fattaccio del fuori onda è un evento secondario, che esso poi sia stato organizzato ad arte (plausibile) oppure no è ancor più secondario. Bisognerebbe imparare ad analizzare i fatti e le evidenze e non le dietrologie basate su indizi verosimili, ma non

Inutilità di una nuova legge elettorale

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I sistemi elettorali maggioritari favoriscono la nascita di grandi partiti. Essi non sono ben visti dai partiti minori che molto spesso non raggiungono il quorum per ottenere una rappresentanza in parlamento. Con pochi partiti in competizione, ciascuno dei quali gioca un ruolo paritario rispetto all’altro contendente, è più facile rappresentare all’elettore le alternative politiche. Si crea contrapposizione, ma nel contempo anche chiarezza di obiettivi e di alternative. In Italia la legge elettorale che ha abolito il sistema proporzionale ha prodotto un ibrido: al di là delle modalità di voto, preferenze o non preferenze, abbiamo a che fare con un sistema maggioritario fra consorzi di partiti. Ciascun partito si presenta in cordata con uno o più alleati, chi vince è la coalizione non il partito. In questo modo la competizione fra partiti minori non appare disincentivata perché anche un partito piccolo può acquisire vantaggio stando nella coalizione vincitrice. Questo sistema ha a

Il "fascismo" di Grillo e quello degli altri

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La recente querelle sul "fascista" innescata da Bersani a fronte del linguaggio violento adottato da Grillo (ma perché Bersani non si è svegliato un po' prima quando governavano Bossi e Berlusconi? boh, di esempi non ne mancavano certo), induce a riflettere circa le radici del fascismo; esse, a considerare anche il tenore delle dichiarazioni e del dibattito politico generale, soprattutto della 2a repubblica, evidentemente, fanno parte del tessuto antropologico dell'italiano; e si dovrebbe forse chiudere la frase con un punto interrogativo, ma non lo metto.

Crisi finanziara Eurozona: stato dell'arte con modesta proposta

Quando si trattava di aderire all’Euro ampi strati dell’opinione pubblica italiana erano favorevoli in quanto, vista l’incapacità della politica nazionale, ci avrebbe pensato Bruxelles a mettere ordine nei conti italiani. Ricordate? Lo stanno facendo. *** L’Italia ha accumulato negli anni circa duemila miliardi di Euro di debito pubblico. Questi soldi servono per sostenere il fabbisogno della gestione corrente della pubblica amministrazione. Senza il debito pubblico che si esprime in titoli del cosiddetto debito sovrano (bot, cct, ecc a scadenze diverse nel tempo) lo Stato italiano fallirebbe in pochi giorni o ore. Perché lo Stato non può permettersi di fallire? Perché fallendo non avrebbe le risorse per pagare stipendi, pensioni, forniture, mutui sugli investimenti delle   opere pubbliche, ecc. : i cittadini a poco a poco non avrebbero più denaro da spendere per acquistare beni e servizi; anche chi non lavora nello Stato subirebbe danno in quanto sarebbe costretto a fare a meno

Tornare alla Lira? Vade retro!

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C'è davvero gente in giro che pensa sia meglio ritornare alla Lira? Cosa vuole dire tornare alla Lira? Probabilmente, nelle intenzioni, tornare a quando non c'era l'Euro e la Lira era la valuta corrente in Italia, e soprattutto in Europa l'Euro non esisteva ancora! Ma è evidente che questo non è possibile in quanto non si può tornare indietro nel tempo. Quindi chi vuole tornare alla Lira in realtà non sa quello che dice e non sa quello che vuole. Tornare alla Lira vorrebbe dire introdurre una nuova valuta in sostituzione di quella corrente, l'Euro. Come dovrebbe avvenire questa introduzione? Nessuno lo sa, ma potrebbe funzionare in questo modo. In un weekend a sorpresa (chiaramente l'azione non potrà essere programmata onde evitare ondate speculative) la Banca d'Italia potrebbe fornire le banche di nuove lire; il lunedì le banche dovrebbero cambiare gli Euro in nuove Lire. A quale tasso di cambio? La Banca d'Italia dovrebbe fissarlo, proba