RAMONDO LO SCUDIERO di Antonio Chirico | Amori, tradimenti ed epiche battaglie di un eroe dimenticato.



Chi ama i romanzi storici troverà pane per i suoi denti in questo Ramondo lo Scudiero ovvero Raimondello Orsini Del Balzo (1350 – 1406).

L’autore, Antonio Chirico, rispolvera un periodo storico fra quelli più immeritatamente sottostimati della storia d’Italia, quello del Basso Medioevo caratterizzato da perenni lotte di potere, alleanze militari e dinastiche nelle quali emergono le disinvolture dei vari capitani di ventura che in molti casi hanno segnato le fortune così come le disgrazie di interi reami.

Siamo a cavallo fra 1300 e 1400. Ramondo è una figura storica importante nella storia dell’Italia meridionale e le sue vicende si prestano a un racconto in cui la fantasia prende talvolta il sopravvento sulla ricostruzione storica, ma in definitiva non al punto da rendere inattendibile lo sviluppo dell’intero racconto. Il romanzo è infatti denso di dettagli storici precisi: l’autore, d’altra parte, mette bene in chiaro quali sono le parti romanzate in una opportuna nota finale, sicché la lettura avvincente del racconto è anche una riscoperta, o addirittura scoperta vera e propria, di vicende storiche passate in secondo piano nello studio sui libri di scuola.

Gli ingredienti di richiamo sono ben bilanciati: c’è l’aspetto romantico e sentimentale, le avventure dei cavalieri teutonici nella lontana Lituania, gli intrighi che hanno portato allo Scisma di Occidente, alcuni richiami al Santo Graal, amicizie, tradimenti, compromessi e i sotterfugi fra papato e regnanti in un contesto generale di degenerazione dell’antico sistema feudale che porterà in seguito alla formazione degli stati nazionali.

I tratti caratteriali dei personaggi sono bene delineati, in particolare la figura di Ramondo e quella di Maria d’Enghien.

Benché i fatti narrati si collochino a oltre mezzo millennio da noi, non può non balzare all’occhio l’analogia con i nostri tempi contemporanei in cui la lotta politica, più che avere come obiettivo il bene comune, si snoda attorno alle fortune personali di singoli personaggi politici. Oggi non si combatte più lancia in resta, fortunatamente, e le battaglie avvengono attorno ai partiti e ai gruppi parlamentari che troppo spesso richiamano analogie con le figure dei mercenari al soldo del capitano più forte del momento.

Il libro, nonostante le sue trecento pagine, scorre piacevolmente, suddiviso in tre parti ben distinte.  La storia procede in modo regolare, priva di flashback e questa pare essere una scelta consapevole dell’autore.

La storia di Ramondo è dunque una lettura distensiva, piacevole e al tempo stesso istruttiva. Da leggere e consigliare.


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