"L'ultimo castello", di Jack Vance, metafora moderna sull'immobilismo autodistruttivo
La Terra è stata devastata da un'immane guerra, i terrestri sono migrati su altri mondi, ma alcuni sono ritornati rifugiandosi in castelli super accessoriati, Costituiscono una casta di privilegiati, vivono ricordando gli antichi fasti, dandosi alle lettere e alle arti, alla contemplazione, in compagnia di creature eteree, le Phane, ma basando la propia sussistenza materiale sul lavoro di una specie aliena ridotta in schiavitù, i Mek, I Mek provvedono al funzionamento dei castelli, forniscono energia, garantiscono la manutenzione degli impianti e mantengono efficienti le armi di difesa. Ma un bel giorno i Mek si ribellano, abbandonano un castello dopo l'altro, dichiarano guerra agli umani e agli abitanti dei castelli facendo strage degli abitanti; tutti i castelli a poco a poco vengono conquistati, tutti tranne uno, l'ultimo castello di Hagedorn, appunto. Ma gli abitanti di Hagedorn, imperturbabili, continuano a comportarsi come niente fosse, pensano che i M