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Tornare alla Lira? Vade retro!

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C'è davvero gente in giro che pensa sia meglio ritornare alla Lira? Cosa vuole dire tornare alla Lira? Probabilmente, nelle intenzioni, tornare a quando non c'era l'Euro e la Lira era la valuta corrente in Italia, e soprattutto in Europa l'Euro non esisteva ancora! Ma è evidente che questo non è possibile in quanto non si può tornare indietro nel tempo. Quindi chi vuole tornare alla Lira in realtà non sa quello che dice e non sa quello che vuole. Tornare alla Lira vorrebbe dire introdurre una nuova valuta in sostituzione di quella corrente, l'Euro. Come dovrebbe avvenire questa introduzione? Nessuno lo sa, ma potrebbe funzionare in questo modo. In un weekend a sorpresa (chiaramente l'azione non potrà essere programmata onde evitare ondate speculative) la Banca d'Italia potrebbe fornire le banche di nuove lire; il lunedì le banche dovrebbero cambiare gli Euro in nuove Lire. A quale tasso di cambio? La Banca d'Italia dovrebbe fissarlo, proba

Il cambiamento fra logica e paradosso - C'è una strada per uscire dalla crisi?

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Spesso si verificano situazioni nelle quali nonostante tutti gli sforzi e (sic) i sacrifici che vengono richiesti, i problemi non solo non si risolvono, ma anzi si aggravano. Un esempio potrebbe essere proprio quello dell'attuale crisi finanziaria globale, più speculazione viene curata con sempre maggiore immissione di denaro nel sistema, ma questa immissione, anziché risolvere il problema, sembra alimentarlo, da qui: più denaro, più speculazione, ancora più denaro, ancora più speculazione, ecc. in un vortice inarrestabile. Occorrerebbe una soluzione, ma che soluzione? come si arriva alla soluzione? come cambiare la situazione? Il problema non è affatto nuovo. Paul Watzlawick, professore di psichiatria alla Standford University e ricercatore alla Mental Institute di Palo Alto, assieme ai colleghi John H. Weakland e Richard Fish pubblicarono nel 1974 una  celebre teoria del cambiamento "The Change" edito in Italia da Astrolabio. Nonostante la data di pubblicazi

Perché Ial e Csea non esistono più, ovvero il sistema che non c'è.

Quando si affrontano i problemi molto spesso si commette l’errore di non saperli riconoscere. Nel caso della formazione professionale piemontese, che ha visto la triste scomparsa di due fra i maggiori enti storici come Ial e Csea, nel volgere di pochi anni, l’errore potrebbe essere quello di imputare ai due enti le responsabilità del loro disastro.  Come per la crisi dell’Eurozona abbiamo di fronte due enti spensierati che hanno dilapidato e mal gestito le loro fortune oppure un management distratto e, forse non del tutto competente, i cui comportamenti hanno solo anticipato una conclusione che era un po’ già nella logica delle cose?  Per sgombrare il campo da ogni speculazione sia chiaro che non si intende assolutamente correre in difesa di quanti hanno avuto responsabilità gestionali se si sostiene che qui si condivide la seconda delle due opzioni. Vale a dire che la crisi di sistema era nel Dna del sistema stesso e che sarebbe stata ineluttabile e, se le pecche del sistema non v